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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 21:20.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 10:25.

Secondo l'Avvocatura molti interventi normativi «si sono rivelati, all'evidenza dei fatti, assolutamente inefficaci». Il Cnf ritiene importante «l'individuazione di strumenti nuovi, alternativi al processo, in grado di tutelare a pieno i diritti oggetto di contenzioso» e per questo «ha da tempo proposto un modello cosiddetto di negoziazione assistita - una procedura partecipativa con l'assistenza dei propri avvocati per raggiungere un accordo tra le parti - e la istituzione di Camere arbitrali da parte dei Consigli dell'Ordine». Proposte già pendenti in Parlamento, di cui Mascherin ha chiesto la immediata calendarizzazione.
Nel quadro delle riforme necessarie, il Cnf ha annunciato inoltre di aver predisposto un articolato per la presenza obbligatoria di avvocati nell'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, oggi facoltativa. Mascherin ha precisato che nella proposta di legge i relativi oneri economici sono a carico del Cnf e dunque a costo zero per lo Stato.
La posizione dell'Avvocatura
La decisione della Corte Costituzionale, che ha respinto la richiesta di referendum contro il taglio di oltre mille uffici previsto dalla revisione della geografia giudiziaria, è «una scelta francamente incomprensibile e gravissima sul piano politico: è uno scontro frontale con la volontà popolare espressa dai consigli regionali». Così Nicola Marino, presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura, commenta la «doccia fredda» della bocciatura della Consulta, e annuncia «la convocazione straordinaria domani mattina degli stati generali della categoria per decidere eventuali proteste».
«Ricordo che oltre nove regioni si erano espresse a favore della convocazione di un referendum contro la pseudo riforma della geografia giudiziaria, un provvedimento che sta producendo solo confusione, enormi ritardi nei processi e ulteriori sprechi economici - denuncia l'Oua - Certo, attendiamo di leggere le motivazioni, ma non possiamo non sottolineare come questa notizia crei ulteriori elementi di tensione e disagio con i cittadini che vedono sempre più distanti le istituzioni».
I giovani avvocati
A Napoli per chiedere con determinazione una vera riforma del sistema di rappresentanza politica dell'avvocatura, che la renda capace di esprimersi con voce ferma e autorevole. È con questo spirito che Aiga - l'associazione che riunisce i giovani avvocati italiani - ha scelto di partecipare alla Conferenza nazionale dell'avvocatura organizzata dall'Oua (Organismo unitario dell'avvocatura italiana) a Napoli da oggi a sabato .
«Già nel corso del Congresso di Bari (22-24 novembre 2012, ndr) abbiamo chiesto una riforma della governance - spiega il presidente Nicoletta Giorgi - e saremo a Napoli per capire se si intende cambiare davvero l'organo di rappresentanza politica dell'avvocatura, con il coraggio di prendere decisioni concrete e coerenti con questa volontà».
Prioritario è, per Aiga, dare all'avvocatura italiana un sistema di governance compatto: «Oggi - continua Giorgi - la mancanza di un organismo forte, capace di essere davvero rappresentativa di tutte le voci dell'avvocatura ha messo la nostra professione ai margini del confronto: così, si approvano riforme, si interviene sul processo civile e penale, si modificano le norme senza tenere in considerazione quello che, costruttivamente e responsabilmente, gli avvocati hanno da proporre».
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