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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2014 alle ore 09:56.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 13:08.

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Un meccanismo per evitare il recupero degli "scatti" percepiti nel 2013 (come da impegno politico preso direttamente dal premier, Enrico Letta) e che, successivamente, lasci inalterate le retribuzioni di docenti e Ata attraverso una compensazione con il riconoscimento degli aumenti stipendiali 2012.

I ministeri dell'Economia e dell'Istruzione hanno trovato la soluzione "tecnica" alla questione degli scatti d'anzianità del personale della scuola e l'hanno messa nero su bianco in un decreto legge - composto da un unico articolo e 5 commi - che arriverà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri.

Il Tesoro ha sospeso l'attività di recupero fino a 150 euro lordi al mese sulle retribuzioni di docenti e Ata che hanno percepito lo "scatto" nel 2013, in contrasto, però, con quanto previsto dal Dpr 122 del 4 settembre 2013 che invece ha disposto il blocco di qualsiasi aumento stipendiale per l'intero 2013. Le buste paga sono così cresciute, e la rinuncia al recupero di queste somme decisa dal governo, dopo forti polemiche politiche e sindacali, ha creato uno squilibrio nei conti pubblici.

Per questo la soluzione tecnica è stata individuata in un decreto legge, subito operativo, che farà due cose. Autorizzerà il Tesoro a soprassedere dal recupero in tranche di 150 euro al mese delle somme corrisposte nel 2013. E contestualmente gli consentirà, a partire da febbraio, di continuare a pagare lo stesso stipendio, comprensivo quindi dello "scatto" maturato e già acquisito. Complessivamente, fanno sapere i due ministeri dell'Economia e dell'Istruzione, la questione interessa circa 52mila tra docenti e Ata che hanno ricevuto mediamente lo scorso anno aumenti di circa 700 euro (nella scuola gli scatti d'anzianità sono l'unico modo per avere incrementi di stipendio, a differenza del resto del pubblico impiego dove ciò avviene per selezione e per merito).

Per quanto riguarda il mese di gennaio, non potendo sterilizzare subito il taglio fino a un massimo di 150 euro, docenti e Ata vedranno arrivare un cedolino che conterrà il prelievo. Questo cedolino sarà accredito il 23 gennaio. Ma uno o due giorni dopo, sottolineano dal Mef, riceveranno un nuovo cedolino che conterrà l'importo decurtato, che verrà quindi restituito, lasciando inalterata la busta paga.
Come verrà compensato questo mancato gettito per lo Stato? La soluzione individuata da Mef e Miur, e anticipata nei giorni scorsi su questo giornale, passa dal recupero degli scatti 2012, bloccati dal Dl 78/2010, che prevede però anche la procedura per il loro "recupero". Con questi soldi si compenserà (in una sorta di dare e avere) l'incremento mantenuto in busta paga.

L'utilità 2012 vale circa 120 milioni per il solo 2012; e dal 2013 circa 370 milioni. La copertura avverrà per 120 milioni utilizzando i risparmi (30%) derivanti dai tagli Tremonti-Gelmini e per la restante quota procedendo a un nuovo taglio del «Mof», il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa a vantaggio degli studenti. Per sbloccare i fondi del «Mof» è pronto un atto d'indirizzo e poi si dovrà aprire una sessione negoziale all'Aran con i sindacati. I tempi per arrivare all'accordo con i sindacati dovranno essere ragionevoli, sottolinea il capo dipartimento del Miur, Luciano Chiappetta: «Ci aspettiamo un'intesa nell'arco di sei mesi».

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