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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2014 alle ore 18:23.
L'ultima modifica è del 21 febbraio 2014 alle ore 02:19.

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Oltre 10 mila avvocati, in corteo a Roma, così si è conclusa oggi la terza giornata di astensione dalle udienze, indetta dall'Organismo unitario dell'avvocatura, unitamente alle altre istituzioni, ordini e associazioni forensi. La protesta su «La giustizia umiliata, quale democrazia senza diritti?» è cominciata alle 11 con un presidio informativo di fronte a Montecitorio che ha registrato una partecipazione bipartisan delle forze politiche. Un documento con le proposte (vedi sotto) è stato consegnato alle forze politiche. Alle 13 la protesta si è spostata a Piazza della Repubblica dove un corteo con oltre 10 mila avvocati è sfilato fino a Piazza Santi Apostoli.

Sull'andamento delle iniziative positivo il giudizio del presidente dell'Oua Nicola: «Una grande partecipazione al corteo e, in generale, massiccia l'adesione alle tre giornate di astensione, circa il 90%. Al futuro ministro e al neo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, un messaggio chiaro: gli avvocati hanno idee concrete (vedi proposte di seguito, ndr) per riformare la giustizia, basta con i provvedimenti spot che in questi anni hanno solo reso più caro l'accesso ai cittadini, in cambio di un servizio pessimo». «Infatti - continua - nonostante 17 modifiche al codice di procedura civile, la durata media dei procedimenti di cognizione ordinaria in primo e secondo grado è aumentata di circa 2 anni (da 5,7 anni nel 2005 a 7,4 nel 2011 - fonte osservatorio sulla Giurisdizione). Vogliamo ricordare, inoltre, che secondo la direzione generale di statistica del ministero (ultimo aggiornamento al 14 novembre 2013): sono oltre 9 milioni i processi pendenti in campo tra civile e penale al 30 giugno 2013. Si contano 5,3 milioni di processi pendenti in campo civile e quasi 3,5 milioni in quello penale».

«Per i cittadini oltre al danno c'è la beffa – aggiunge - infatti i costi di accesso aumentano: sono lievitati del 55,62% per il primo grado, del 119,15% in appello e del 182,67% in Cassazione (contributo unificato pagato dal 2002 al 2012). La marca, solo per fare un altro esempio, è passata da 8 a 27 euro».

I motivi della proteste per l'Oua e le altre componenti dell'avvocatura:
• il ddl delega sul processo civile, di cui si chiede l'immediato ritiro;
• la continua "demolizione" del processo civile. Aumento dei costi per i cittadini per l'accesso e per i ricorsi in Cassazione e in Appello. Motivazione a pagamento, filtro in appello, liti temerarie, mediazione obbligatoria e così via;
• i "regali" sulla Rc Auto alle compagnie assicurative a scapito dei cittadini;
• gli errori e le inefficienze del rito Fornero;

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