Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2010 alle ore 08:04.
Dal rigore alla crescita il passo non è breve. Difficile al momento dire se in Italia i prossimi mesi, fatta salva la tenuta del governo, riusciranno a diventare una sorta di laboratorio per interventi più mirati allo sviluppo delle imprese e dei consumi. Tutto dipenderà dai dissidi in corso nella maggioranza, dall'ipotesi di elezioni anticipate, dal cambio di passo del ministero dello Sviluppo economico sollecitato in più di un'occasione anche dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. In ballo ci sono una lunga serie di agevolazioni per le imprese in scadenza il prossimo 31 dicembre. Il bonus assunzioni, la destrazione del 55% per il risparmio energetico.
Lo schema di lavoro, per grandi linee, lo ha illustrato di recente il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ponendo l'accento su una drastica semplificazione di regimi ed aliquote fiscali e su interventi diretti alle famiglie, alla ricerca e al lavoro. Quest'ultimo capitolo, dopo la vicenda Pomigliano e la decisione di Federmeccanica di recedere dal contratto nazionale, assume ancora più importanza ed una delle strade che potrebbe essere percorsa è quella di un ritocco migliorativo dell'aliquota, oggi fissata al 10%, per la detassazione della componente di salario legata alla produttività (l'ipotesi è quella di passare all'8%). Per il resto del menu delle possibili misure fiscali, però, bisognerà ancora aspettare tanto l'evoluzione della scena politica quanto quella della finanza pubblica.
Alle spalle il governo si è lasciato la campagna di incentivi ai consumi nei settori industriali in crisi che non ha prodotto il rilancio atteso anche a causa della ridotta dote messa a disposizione (300 milioni a fronte di "ambizioni" iniziali che superavano il miliardo di euro). Per elettrodomestici, nautica, motorini, connessioni a banda larga c'è stata una fiammata, ma breve, e non certo in grado di archiviare definitivamente la crisi.
In prospettiva, invece, si userà la leva degli stimoli per le aziende. Tematica che mercoledì scorso è stata al centro di un incontro al ministero dello Sviluppo economico con i rappresentanti delle regioni. Sebbene fosse ancora una volta assente il ministro titolare, visto il perdurare dell'interim, l'appuntamento è stato significativo, visto che si è trattato della sede stabile di concertazione che non veniva convocata da fine 2008. Sul tappeto il delicato tema degli incentivi all'innovazione del programma Industria 2015, da rifinanziare, e le misure di sostegno per i distretti produttivi. La sensazione è che ci siano ancora molta strada da fare e ingenti risorse da aggiungere a quanto già stanziato, per questo si valuta la possibilità di utilizzare anche fondi dei Por (programmi operativi) regionali.