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I talebani rivendicano l'attacco agli alpini, il ministro La Russa: si voti se dotare o no i caccia di bombe

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2010 alle ore 15:12.

I talebani hanno rivendicato l'uccisione dei quattro alpini nel distretto di Gulistan, nella provincia meridionale di Farah, in Afghanistan. A riportare la notizia è stata l'agenzia afghana Aip (Afghan Islamic Press). Un portavoce dei talebani ha rivendicato l'attacco, in cui sarebbero stati distrutti «dieci veicoli del convoglio», secondo il suo resoconto, e uccisi «i soldati che si trovavano a bordo», di cui non cita la nazionalità. Rivendicati anche gli attacchi avvenuti venerdì sera e sabato pomeriggio contro convogli della Nato.


Intanto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha proposto di dotare anche i caccia bombardieri italiani di bombe. Saranno le Camere a decidere. «In Afghanistan - ha detto il ministro, intervenuto alla trasmissione In mezz'ora, su Rai tre - tutti i contingenti internazionali presenti, Usa, Germania, Francia, hanno i bombardieri con l'armamento previsto, cioè le bombe. L'Italia no, per mia decisione. Ora, di fronte a quello che sta accadendo, non me la sento più di prendere questa decisione da solo e chiedo alle Camere di decidere».

«Per mia decisione - ha sottolineato - l'Italia ha stabilito che i caccia venissero utilizzati soltanto con il cannoncino di bordo. Ho ritenuto che noi italiani potessimo farne a meno perchè vi è comunque rischio di mettere a repentaglio vite civili: per questo ho pensato finora di dire no». Ma adesso, ha continuato La Russa, «non me la sento più di assumere questa decisione da solo, di fronte a quello che sta avvenendo: voglio che sia confortata o cambiata dalle commissioni parlamentari competenti». Il ministro ha spiegato che accetterebbe «qualsiasi decisione», compreso l'impiego delle bombe, «se mi convincessero che questo aiuta i nostri ragazzi sul territorio». La Russa ha poi ricordato che domani, lunedì 11 ottobre, le salme dei quattro soldati arriveranno in Italia, e che i funerali si terranno martedì 12.

La proposta incassa il si del presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. «Quello che si pone il ministro La Russa è un giusto interrogativo. Perchè, con il salto di qualità ulteriore che sta avendo la lotta dei talebani contro il nostro contingente di pace, duramente colpito anche attraverso la deflagrazione di ordigni che fanno saltare in aria i carri armati, chiedersi se è il caso di fare intervenire l'aviazione e mettere le bombe sui caccia è un interrogativo a cui a mio parere occorre dare una risposta positiva».

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«Questo equivale a riconoscere che quella che con troppa leggerezza noi chiamiamo missione di pace invece che "per la pace", è già per i nostri alleati nei fatti o in potenza missione di guerra» dice Arturo Parisi, ex ministro della Difesa del Pd. «Partecipare al pari degli altri a quella che gli altri definiscono guerra equivale a riconoscere di fare o partecipare ad una guerra» ma la nostra Costituzione, osserva il deputato Pd, «a differenza di quella di molti nostri alleati, non consente la guerra se non entro limiti estremi e precisissimi. È possibile continuare a partecipare a quella che altri definiscono guerra, alla sola condizione di farlo ma non dirlo? Non è questa una questione tecnica da lasciare sulle spalle dei militari. E neppure una questione che possa essere presa dal governo di turno con un semplice voto di maggioranza senza che da questo derivino gravi conseguenze. È per questo motivo che la domanda apparentemente tecnica che il ministro della Difesa affida al Parlamento necessita di una risposta politica pienamente consapevole del suo rilievo storico». E conclude: «Gli effetti che la risposta del Parlamento può produrre sono infatti indipendenti dalla intenzione per la quale il ministro ha deciso di porre la domanda».

Bersani intanto sollecita il governo ad interrogarsi su cosa stia accadendo in Afghanistan, su quali siano le prospettive della missione italiana, soprattutto in relazione all'inizio del ritiro fissato a metà del 2011.

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