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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 20:09.
Nel 2010 sono 925 milioni le persone che vivono in uno stato cronico di fame e malnutrizione. La cifra si è ridotta rispetto al 2009, ma «il livello rimane inaccettabile e non possiamo rimanere indifferenti». Lo ha detto Jacques Diouf, direttore generale della Fao, aprendo le celebrazioni per la 30esima Giornata dell'alimentazione, che ricorre domani con il titolo di "Uniti contro la fame".
Nella sede dell'agenzia delle Nazioni Unite, dove fino a sabato è riunito il Comitato per la sicurezza Alimentare, Diouf ha ricordato che sono 30 i paesi che si trovano in una situazione di emergenza alimentare, e di questi 21 si trovano in Africa.
Il numero ancora così alto delle persone affamate è dovuto anche, ha sottolineato Diouf, al fatto che invece di affrontare le cause strutturali, il mondo ha trascurato di investire in agricoltura. Infatti, ha stigmatizzato Diouf, la quota degli aiuti ufficiali riservati all'agricoltura è scesa dal 19% del 1980 al 6% del 2006. Fra i problemi più gravi, l'instabilità dei mercati e la volatilità dei prezzi, che sono «una vera minaccia per la sicurezza alimentare».
Secondo Diouf, la produzione agricola dovrebbe aumentare del 70% per arrivare a sfamare nel 2050 le 9,1 miliardi di persone che abiteranno il pianeta. Ma il futuro non è così buio come sembra: infatti, ha ricordato Diouf, «il pianeta è in grado di potersi nutrire, ma bisogna lavorare per incrementare la produzione agricola attraverso lo sviluppo». Secondo il
direttore generale della Fao bisogna puntare sulle piccole aziende agricole: già oggi 500 milioni di piccoli agricoltori sono in grado di nutrire i due terzi della popolazione rurale, cioè due miliardi di persone.
Dopo l'intervento di Diouf, il sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Scotti, ha sottolineato il problema delle speculazioni sulle materie prime alimentari, problema sul quale bisogna tenere alta la guardia. Alla 30esima Giornata dell'alimentazione, che ricorre nel 65esimo anniversario della Fao, è arrivato anche il messaggio del Papa, letto da monsignor Renato Violante, osservatore permanente presso le Nazioni Unite: «Dare priorità ad uno degli obiettivi più urgenti per la famiglia umana: la libertà dalla fame», ha chiesto nel messaggio il pontefice. «Per eliminare la fame e la malnutrizione - però - devono essere superati gli ostacoli derivanti da interessi specifici dei Paesi, per fare spazio ad una gratuità feconda, che si manifesta nella cooperazione internazionale come espressione di fraternità autentica».