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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 19:24.
Sandro Bondi «ha privilegiato il suo ruolo di coordinatore del Pdl» rispetto a quello di ministro dei Beni Culturali e «si è quindi dimostrato inadeguato al ruolo conferitogli»: per questo, «la Camera gli esprime la propria sfiducia e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni». E' durissima la mozione di sfiducia nei confronti del ministro Bondi dopo il crollo di Pompei, sottoscritta da oltre 200 parlamentari di Pd e Idv, presentata a Montecitorio e che sarà votata la prossima settimana.
«Il crollo della Schola Armaturarum di Pompei - si legge nel testo - rappresenta, anche dal punto di vista simbolico, il fallimento della politica in materia di tutela dei beni e delle attività culturali, e più in generale del valore dei saperi, portata avanti dal Governo in carica sin dai suoi primi provvedimenti». «La cultura - prosegue il testo del documento - è stata considerata, nei fatti e con dichiarazioni esplicite, non come un fattore di crescita civile ed economica, ma come un costo per la collettività, da ridimensionare con progressivi tagli degli stanziamenti del bilancio statale e con iniziative volte a snaturare il valore e la finalità del nostro patrimonio culturale. Il Ministro per i Beni e le attività culturali - insistono i parlamentari di opposizione - non è stato in grado di andare al di là di atti puramente simbolici e ininfluenti», fallendo anche nella «scelta di procedere al commissariamento della gestione del sito archeologico».
«Il nostro sistema dei beni e delle attività culturali - si legge ancora nel testo - risulta penalizzato nel suo complesso dall'azione del Governo e dalla visione che ha imposto il Ministro dell'economia e delle finanze, il quale neanche un mese fa dichiarò che "la gente non mangia cultura" e che, pertanto, alla luce di questa massima, ha proposto con la legge di stabilità e con la legge di bilancio, pesanti tagli di risorse per lo svolgimento delle funzioni del Ministero, in un Paese che ospita un sesto delle risorse artistiche e archeologiche di tutto il mondo e che ricava - si conclude la mozione di Pd e Idv - una parte significativa del suo prodotto interno lordo dal turismo domestico ed estero».