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Bersani alla manifestazione del Pd: chiederemo un governo di responsabilità e non rifaremo l'Unione

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2010 alle ore 12:20.

«Ber-sani-ni, Ber-sa-ni!». E il segretario del Pd risponde sorridendo «cominciamo che fa freddo», rivolgendosi al popolo del Pd riunito a Roma in piazza San Giovanni per la manifestazione nazionale del partito. «Pensiamo che l'Italia sia migliore di così, di ciò che le capita da troppo tempo», esordisce il segretario del Pd leggendo il suo discorso. «Berlusconi deve andare a casa, l'Italia si deve togliere il berlusconismo dalle vene». E aggiunge: «Nonostante le difficoltà ci siamo sempre ritenuti un partito di governo momentanemente all'opposizione. La perdita di presa del governo sulle situazione reale ha aperto la crisi della destra. Noi abbiamo promosso la mozione di sfiducia al momento giusto, non tutti i giorni come le tifoserie e alcuni "focosi amici" ci suggerivano».

«La critica al governo»
«Noi lavoreremo fino all'ultimo perché da martedì venga un primo passo su una strada nuova, il segno che si può cominciare a voltare pagina lavorando come abbiamo fatto fin qui con i nostri gruppi parlamentari e non con le compravendite», ha detto Bersani, per il quale «non si tratta solo di cambiare un governo. C'è una fase della storia politica da oltrepassare, una questione di sistema da affrontare». «Con la propaganda del rigore hanno tolto la voce a tutti i problemi problemi veri: quelli dell'industria, dell'immigrazione, degli insegnanti, delle piccole imprese che saltano nel silenzio generale. Le loro sono riforme a chiacchiere».

«Chiederemo a Napolitano un governo di responsabilità nazionale»
Se si aprirà la crisi di governo il Pd chiederà al capo dello Stato un «esecutivo di responsabilità nazionale», ha detto Bersani. «Davanti all'Europa e alla società italiana la risposta di stabilità può solo venire da un governo serio di responsabilità istituzionale che garantisca una transizione ordinata, nuove regole elettorali, alcuni interventi essenziali e urgenti in campo economico e sociale e porti il paese a un confronto elettorale capace finalmente di rivolgersi al futuro perché fuori finalmente dalla situazione bloccata e impotente di questi anni».

«Non rifaremo l'Unione»
Il Pd avanza «le sue proposte politiche a tutte le forze di opposizione, quelle di centrosinistra e quelle di centro perché si prendano le loro responsabilità in un patto di governo e di riforme e perchè non si sottraggano alla sfida per calcoli parziali o per pregiudizi che rischiano di lasciarci nella palude di oggi», ha continuato Bersani. «Noi proponiamo un patto di governo e di riforme solido, serio e garantito, perché noi non rifaremo l'Unione». Il leader Pd invita «a scelte coraggiose»: «queste scelte toccano anche al Partito Democratico senza il quale nessun cambiamento è possibile e per noi questo non è solo un orgoglio ma una responsabilità».

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Il segretario nei giorni scorsi aveva consultato tutti i dirigenti del Pd per confermare la compattezza sulla linea che ribadirà a piazza San Giovanni. E infatti D'Alema, Veltroni, Franceschini, Finocchiaro, Marini, Letta, Bindi, Fassino sono oggi al suo fianco per mostrare un Pd unito.
Con loro c'è anche Matteo Renzi, il sindaco di Firenze e leader del movimento dei "rottamatori", che nei giorni scorsi ha incontrato il premier ad Arcore, evento molto criticato dalla dirigenza del partito. «In viaggio per Roma, sperando che la sinistra si liberi finalmente della sindrome del berlusconismo e dell'antiberlusconismo per raccontare finalmente i propri sogni e le proprie idee. Bello condividere il viaggio con tante persone appassionate», ha scritto oggi il sindaco di Firenze sul suo profilo Facebook. Tuttavia, continua, dovrà tornare presto nella sua città per incontrare l'economista Jeremy Rifkin prima e Roberto Benigni poi. Come aveva anticipato da tempo, invece, non c'è il leader di Sel Nichi Vendola.

Alla manifestazione partecipa anche L'Italia dei Valori: «In attesa del voto di fiducia - spiega in una nota il responsabile nazionale dell`orientamento politico eventi e manifestazioni dell'Idv, Stefano Pedica – anche noi saremo in piazza con l'Italia che vuole cambiare, una grande manifestazione di tutte le forze dell'opposizione che vogliono mandare a casa Berlusconi e la sua cricca, al fianco dei lavoratori e dei ricercatori della scuola e dell'università, del cinema, della sanità. Oggi siamo tutti in piazza con un unico slogan: mandiamolo a casa».

Dal Pdl, oggi impegnato in una sorta di contro-manifestazione con 42 gazebo di raccolta firme a sostegno del governo in altrettante città italiane, arriva la nota del portavoce Daniele Capezzone, per il quale «con la manifestazione di oggi, con i toni e la linea di queste settimane e mesi, con la crescente subalternità a Di Pietro, a Vendola, alla Cgil, alla Fiom, il Pd è tornato Pds. Moderati e riformisti sono ormai ospiti neppure troppo graditi – contuna Capezzone - Bersani, oggi, farà il suo comizio per farsi coraggio da solo, per tenersi su, ma un minuto dopo la fine della manifestazione, il suo partito si ritroverà come prima, in fortissimo arretramento sia elettorale sia politico-culturale». Anche il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, esprime le sue perplessità in una nota: «Ancora una volta il Pd cerca, legittimamente e democraticamente, di riempire la piazza, ma rivelando nello stesso tempo il vuoto di una credibile proposta politica e programmatica nell'interesse del paese».

Immagini e volti dalla manifestazione del Pd: guarda la photogallery

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