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Berlusconi: Fini non super partes, allargamento della maggioranza entro gennaio (o elezioni)

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2010 alle ore 11:58.

Riforma fiscale e della giustizia i prossimi passi nel cammino delle riforme, ma anche allargamento della maggioranza alla Camera (a quota 325) e al Senato guardando nelle file dei moderati. Entro gennaio, poi, la decisione definitiva con la Lega sulle elezioni anticipate. Non servirà una manovra correttiva. E, ancora, Fini non è stato un presidente super partes. Questi alcuni dei temi e dei problemi affrontati nella conferenza di fine anno del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, da Villa Madama, trasmessa in diretta sul sito del Sole 24 Ore. Una occasione per il premier per tirare un bilancio dell'anno, ma anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Meno burocrazia per innestare un maggiore sviluppo dell'economia
Rispondendo a una domanda di un giornalista del Sole 24 Ore il premier ha detto che a crescita economica del Paese può essere collegata alla cosiddetta «rivoluzione liberale», ovvero a norme per la semplificazione dell'avvio di attività economiche. Il premier ha detto che ciò potrebbe dare slancio all'attività economica. La «possibilità di operare senza gli impicci che le leggi e la burocrazia impongono mi parrebbe un modo concreto per innestare un maggiore sviluppo della nostra economia».

Fini non è un presidente super partes
A chi gli chiede se il ruolo politico di Fini, come leader di Fli, sia "incompatibile" con quello di presidente della Camera, Berlusconi risponde che «il presidente della Camera deve essere un'istituzione super partes. Non lo é stato e non lo é soprattutto ora che é il leader di un partito passato all'opposizione». Con Fini, ha detto il premier, «la collaborazione è durata 15, 16 anni. Purtroppo devo dire che non ritengo ci possa essere un riavvicinamento». Ha detto di non volersi
ricandidare nel 2013: «auspico nuove forze». Per Berlusconi i parlamentari che hanno aderito a Futuro e libertà «sono saliti su un convoglio a guida Fini con destinazione la maggioranza» e l'obiettivo di diventare «la terza forza e si sono ritrovati su un convoglio a guida Bocchino-Granata-Briguglio con destinazione l'opposizione».

Elezioni anticipate: ho posto io alla Lega il termine di gennaio
Parlando dell'eventualità di elezioni anticipate ha detto di aver posto «alla Lega il termine di gennaio per una decisione definitiva. Penso che avremo una maggioranza per portare al Parlamento le riforme necessarie eallora avremo anche il dovere di continuare, con grande piacere, con questa legislatura». Se «contro le previsioni, non dovessimo avere una maggioranza sufficiente, non per galleggiare ma per fare riforme, allora si può ritenere migliore una nuova possibilità di maggioranza nei due rami del Parlamento».

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Accuse portate avanti da una magistratura politicizzata
Berlusconi ha detto di essere pronto, in caso la Consulta dovesse decidere di togliere lo scudo del legittimo impedimento, ad affrontare pubblicamente i suoi accusatori e le «invenzioni» di alcuni pubblici ministeri. Per il premier chi si occupa del governo del paese non può essere limitato nel difendersi da accuse «portate avanti da una magistratura politicizzata». Se il Tribunale di Milano accoglierà la tesi del pubblico ministero nel processo Mills, sarà la dimostrazione, ha detto il premier, che c'è nella magistratura una «associazione tesa all'eversione». Berlusconi presenterà una proposta di legge che istituisce una commissione parlamentare di inchiesta, «una bicamerale che accerti se non ci sia nella magistratura una associazione tesa all'eversione».

Nessun calciomercato per ampliare la maggioranza
Punta a raggiungere i 325 deputati pro maggioranza alla Camera e a infoltire le file del partito anche al Senato guardando alle file dei moderati. «Non c'è stato nessun calciomercato e non abbiamo nemmeno promesso cariche di governo».
Si è detto sicuro di riuscire «ad allargare la maggioranza, anche senza accordi con i partiti», ma se necessario «credo che sarebbe assolutamente ragionevole» un confronto con il terzo polo «rispetto ad andare alle elezioni, che per me è una cosa negativa. Da parte mia c'è la volontà di mettere in campo tutte le iniziative che possano portare a una maggioranza per approvare le riforme in questa legislatura». Ha confermato l'intenzione di superare il bicameralismo perfetto, di ridurre il numero dei parlamentari e di adeguare i poteri del presidente del Consiglio e «di apportare dei miglioramenti alla legge elettorale, garantendo sempre il bipolarismo e la governabilità».

Il caso Prestigiacomo è risolto
«Il caso Prestigiacomo è risolto ieri sera c'è stato un incontro a Palazzo Chigi tra il ministro Prestigiacomo e il capogruppo Pdl Cicchitto, io sono intervenuto telefonicamente ed è stato fatta una nota firmata da tutti e due».
Ha detto di non essere «affatto pentito di avere puntato
su delle donne per delle cariche di governo», nè di Mara Carfagna, né di Stefania Prestigiacomo. le due ministre che nelle ultime settimane hanno manifestato più di qualche malumore. Malumori che «derivano dal fatto che le donne ci credono fino in fondo, che non c'é attitudine al compromessocome nei professionisti della politica, c'é invece molta dedizione e passione nel lavoro». E ha confermato a tutti e due i ministri « stima e fiducia».

Al Pdl serve un nuovo nome
Il nome del partito va cambiato, ha ribadito il premier, ma ha detto no al ritorno al nome Forza Italia: «non si va mai indietro, ma dico che il nostro intento è quello di unire tutte le forze dei moderati cioè di quelli che non si riconoscono nella sinistra». Una nuova denominazione è necessaria «perchè abbiamo sentito avanzare pretese da chi è andato a formare Futuro e Libertà sono pretese infondate ma avendo esperienza delle liste di Formigoni e qui a Roma non vogliamo correre rischio che qualcuno presenti ricorso». Il secondo motivo è che ilPopolo della Libertà «produce un acronimo che molti declinano anche al femminile». Il premier ha detto che si sta cercando «un nome che emozioni e che non sia riducibile a un acronimo e che vuole indicare quali sono i valori e i progetti che vogliamo realizzare».

Non servirà una manovra correttiva

«Non servirà - ha detto i premier - una manovra correttiva. Non c'è la previsione della necessità di questa correzione e anche il commissario europeo lo ha detto. Serve un bagno di ottimismo». Ci sono «molti problemi urgenti, molte aspettative. È un momento difficile perché la tenuta dei conti con una discipina rigorosa è difficile». Ha detto che l'Italia ha resistito «alla crisi economica molto meglio di altri paesi: abbiamo tutelato i lavoratori con una quantità di risorse per la cassa integrazione, includendo anche lavoratori autonomi e precari».

La Ragioneria fa i conti per la proroga in Abruzzo
Sul fronte dell'Abruzzo, che non ha ottenuto nel milleproroghe la proroga della sospensione dei pagamenti nelle zone colpite dal sisma, Berlusconi ha detto che la Ragioneria dello Stato sta facendo i conti per vedere se esiste la possibilità di spostare dal 1° gennaio al 1° luglio il pagamento delle tasse per le popolazioni colpite dal terremoto dell'Abruzzo. Berlusconi ha anche promesso a Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei giornalisti, un incontro subito dopo Natale, allargato al sottosegretario con delega all'Editoria Paolo Bonaiuti, per discutere dei problemi legati alla legge di riforma dell'ordine dei giornalisti.

La riforma dell'università è una rivoluzione
«Non é vero» ha detto il premier, che gli studenti non abbiano avuto la possibilità di dialogare col ministro Mariastella Gelmini sulla riforma dell'università, perché, anzi, c'é stato
un «dialogo continuativo», fatto di oltre 120 incontri. «Questa legge - ha detto Berlusconi - comporta una rivoluzione nell'università che tutto può produrre tranne che qualcosa di negativo per gli studenti». Ha ribadito i numeri degli sprechi: 95 università con 320 sedi distaccate nei posti più disparati, 37 corsi per un solo studente, 327 facoltà con meno di 15 iscritti.

Riforma fiscale e della giustizia i prossimi passi
«Il governo ha già approvato tre dei cinque punti strategici che avevo presentato a settembre: il federalismo fiscale, il provvedimento su sicurezza e immigrazione, il piano per il Sud». Ha poi ricordato che le due prossime riforme saranno la riforma fiscale e la riforma della giustizia. La riforma del fisco «non sarà un lavoro breve, nè facile», ma in compenso, ha detto il cavaliere, la riforma della giustizia «sarà più facile ora, con la dipartita dall'interno del Pdl della fazione che faceva riferimento a Fini, ai suoi collaboratori e alla presidente della commissione Giustizia». Parlando dei contenuti ha detto che saranno distinti «l'ordine dei magistrati giudicanti dai procuratori». Ci sarà anche, ha detto, «la riforma del Consiglio superiore della magistratura e una legge sulle intercettazioni telefoniche».

Dietro la vicenda rifiuti una manovra politica
Dietro il caos rifiuti in Campania c'è una «manovra politica» e cioè «che faccia comodo a qualcuno far credere che l'intervento del governo non sia stato definitivo». Il premier si è detto «personalmente convinto che ci sia una volontà precisa per dimostrare urbi et orbi che l'intervento del governo non è stato risolutivo».

Sempre ottima la collaborazione con gli Usa
Berlusconi ha sottolineato l'«ottima collaborazione» con gli Usa e con qualsiasi amministrazione di Washington. Ha detto di essere legato «da un'amicizia vera con tutti i leader dei Paesi nordafricani, con Mubarak e la sua famiglia, con Bouteflika, con Gheddafi e Ben Ali», per i quali «sono di stimolo al loro cammino verso la democrazia», ma «ci sono anche gli interessi italiani».

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