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Berlusconi: a Mirafiori accordo storico, nel 2011 la ripresa. «Speriamo che Casini si ravveda»

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2010 alle ore 11:27.

«Se pensiamo alle difficoltà economiche e di altra natura è del tutto legittimo guardare al bicchiere mezzo pieno». Il 2011 sarà «l'anno della ripresa». Silvio Berlusconi, intervenendo a Mattino 5, fa un bilancio positivo per il governo nel 2010, come del resto ha fatto ieri nella conferenza stampa di fine anno. «Ci sono tantissime cose positive - spiega il premier - Abbiamo vinto anche le elezioni regionali, gli unici in Europa, nonostante i molti ostacoli contro le nostre liste nel Lazio da parte di una magistatura politicizzata. E dopo le elezioni, gli italiani hanno apprezzato il nostro modo di governare al punto che io stesso registro un concenso del 56,4% che ha del miracoloso se si pensa a quello che i giornalisti di sinistra e delle tv di Stato dicono contro di me».

Il risultato più importante
«Il risultato più importante - spiega il premier - è la tenuta dei conti pubblici riconosciuta da istituzioni internazionali e dalle agenzie di rating». Berlusconi cita anche gli «straordinari successi con lotta alla criminalità organizzata» e il merito di «non aver mai messo le mani le tasche degli italiani» per le tasse.

L'anno prossimo
Quanto al 2011, «ritengo - afferma - che sarà un anno di ripresa di cui già abbiamo iniziato a cogliere qualche segnale». «Non possiamo escludere altre turbolenze della area euro - conclude - l'Italia è al riparo da attacchi speculativi, ed è merito del governo che ha tenuto in ordine i conti pubblici ma soprattutto delle famiglie e delle imprese dei lavoratori. Per i mercati le aspettative contano molto - sottolinea - Se si fosse aperta una crisi di governo le conseguenze avrebbero potuto esser gravi, e per questo sentiamo il dovere di continuare a governare».

L'accordo su Mirafiori
«È un accordo storico». Così Berlusconi ha invece commentato l'intesa tra Fiat e sindacati raggiunta ieri. Il premier, sempre parlando a 'Mattino5', si augura che l'azienda automobilistica possa mantenere la produzione in Italia , evitando il trasferimento all'estero degli impianti.

Il successore e lo scontro con Fini
Silvio Berlusconi inoltre ribadisce quanto detto ieri nella conferenza di fine anno: nel 2013 potrebbero emergere suoi successori per la premiership attingendo da personalità giovani del partito e del governo. Il premier ha parlato di «protagonisti» che potrebbero «in un prossimo futuro» assumere responsabilità di governo. Ma Gianfranco Fini dovrebbe dimettersi? «È una valutazione che attiene alla sua coscienza ed alla sua dignità, lui ormai è all'opposizione contro la sua maggioranza...». Berlusconi risponde così.

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La riforma della giustizia
«Dovremo completare la riforma della giustizia entro fine legislatura. È un'emergenza grave e drammatica soprattutto per i più deboli. Le indebite ingerenze dell'ordine giudiziario nelle vite dei cittadini rappresentano una vero attacco alla democrazia, per questo non rinunceremo mai al nostro progetto. Gran parte della magistratura, persino la Corte costituzionale, emettono sentenze troppe volte orientate».

Il dialogo con l'Udc
«Speriamo che Casini si ravveda». E' l'auspicio di Berlusconi che continua a sperare in un appoggio dell'Udc al governo. «Vedremo se lui ha perso una grande occasione: poteva sostituire con i sui parlamentari i parlametari di Fli. Speriamo che si ravveda».
Comunque, Berlusconi di dice «convinto che andremo avanti. Dobbiamo ampliare i numeri della nostra maggioranza alla Camera e lo stiamo facendo. Abbiamo buone prospettive, credo che avremo i numeri per portare termine le riforme. Se non sarà possibile non ci sarà altra soluzione che andare alle urne ma faremo di tutto perché ciò non accada. Sarebbe negativo per tutto il paese, e per tutta l'Europa e la zona dell'euro».

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L'audiomessaggio
Nel pomeriggio della vigilia, Berlusconi è inoltre intervenuto sul sito dei "promotori della libertà" con un audiomessaggio: «Entro il 2012 il ritmo di crescita dell'Italia tornerà ai livelli pre-crisi. Lo afferma la Commissione europea che ha recentemente ribadito il giudizio positivo sulle modalità con le quali il governo italiano, il nostro governo ha affrontato la più grave emergenza finanziaria dal 1929 a oggi». «Il nostro obiettivo primario resta dunque e sempre la governabilità - ha aggiunto il premier - ma ove non riuscissimo a mettere insieme una maggioranza sufficiente per approvare le riforme, l'unica scelta possibile sarebbe quella di ricorrere al voto popolare». «Intendiamoci - ha proseguito - io sono convinto che interrompere la legislatura sarebbe un grave danno per il paese e quindi opereremo affinché‚ questa eventualità non si realizzi, ma se non riuscissimo ad avere quella maggioranza necessaria per far approvare dal Parlamento le riforme che sono indispensabili per il nostro paese non ci sarà altra scelta che tornare dal popolo sovrano».

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