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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 16:04.
È l'ultim o messaggio pronunciato da Francesco Cossiga, poco prima delle sue dimissioni, il 28 aprile del 1992, nel pieno del caso Gladio. Ma quei tre minuti e mezzo, che segnano il suo commiato dagli italiani, sono rimasti memorabili. A partire dall'esordio. «È tradizione del nostro paese che il presidente della Repubblica, alla fine del vecchio e alla vigilia del nuovo anno, rivolga un messaggio alla nazione. Ma di tradizione pur sempre si tratta e non di legge imperativa: e ad essa per seri motivi, è legittimo, anzi può essere, come nel caso presente, puranco doveroso, derogare».
Così il presidente "picconatore" si sottrasse a modo suo all'appuntamento di Capodanno considerata «una tradizione particolarmente cara».Tanto da farne una tribuna di confronto sincero con i cittadini. Al punto che, nel 1988, non esitò a parlare per la prima volta di droga e di Aids nel messaggio di San Silvestro. E, l'anno dopo, salutò «con viva emozione» la caduta del muro di Berlino.
VIDEO / 1991 - Messaggio di fine anno agli italiani del presidente Cossiga
VIDEO / 1988 - Messaggio di fine anno agli italiani del presidente Cossiga
VIDEO / 1989 - Messaggio di fine anno agli italiani del presidente Cossiga
I DISCORSI DEI PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA
Luigi Einaudi;
Giovanni Gronchi;
Antonio Segni;
Giuseppe Saragat;
Giovanni Leone;
Sandro Pertini;
Francesco Cossiga;
Oscar Luigi Scalfaro;
Carlo Azeglio Ciampi;
Giorgio Napolitano;