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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 16:04.
Poche, pochissime, parole che tradiscono tutta l'emozione per un discorso destinato a scandire negli anni a venire il rapporto tra il Quirinale e i cittadini. Così il presidente della neonata Repubblica italiana, Luigi Einaudi, esordisce il 31 dicembre 1949 nel primo messaggio di fine anno sottolineando innanzittutto «il rigoglio di intimi affetti suscitato da questa trasmissione».
E parla a un paese appena uscito dalla seconda guerra mondiale e impegnato in una difficile e lunga opera di ricostruzione. Che, già nel 1949, sottolinea il capo dello Stato, «il popolo italiano ha perseguito concorde e tenace». Un popolo chiamato di lì a poco a nuove difficili prove. Come quelle delle alluvioni nel Polesine (1951) e nel salernitano (1954), «prove crudeli» cui Einaudi non mancherà di rivolgere la sua attenzione e il suo commosso pensiero nei successivi messaggi di fine anno.
Messaggio di fine anno del presidente Luigi Einuadi (1949)
1954 / L'audio dell'ultimo messaggio del settennato
I DISCORSI DEI PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA
Luigi Einaudi;
Giovanni Gronchi;
Antonio Segni;
Giuseppe Saragat;
Giovanni Leone;
Sandro Pertini;
Francesco Cossiga;
Oscar Luigi Scalfaro;
Carlo Azeglio Ciampi;
Giorgio Napolitano.
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