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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 11:14.

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Nuove bombe sul terminal di Brega, ma gli insorti resistono. Bloccati, da oggi, i beni del Raìs nella UeNuove bombe sul terminal di Brega, ma gli insorti resistono. Bloccati, da oggi, i beni del Raìs nella Ue

di Stefano Natoli
Un aereo da guerra ha bombardato oggi il terminal petrolifero di Brega, la città libica orientale dove ieri gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi. Lo riferiscono testimoni. Gli insorti rafforzano intanto le proprie posizioni schierando cannoni anti-aerei per fronteggiare un nuovo attacco delle truppe fedeli al Raìs e chiedono aiuto al mondo. Il segretario della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha però fatto sapere che per il momento non sono previsti interventi militari in Libia, anche se l'alleanza è preparata «ad ogni eventualità».

Gheddafi al contrattacco minaccia migliaia di morti. Gli insorti resistono (dall'inviato Roberto Bongiorni)

Le buone ragioni di un intervento internazionale (di Christian Rocca)

Obama: Gheddafi oltraggioso, deve andarsene

La Nato: pronti ad ogni eventualità (di Gianandrea Gaiani)

Saif al-Islam: bombe per spaventare i ribelli
Il bombardamento aereo dell'aviazione militare libica sulla cittadina di Brega «aveva l'obbiettivo di spaventare e far fuggire, non di uccidere» i ribelli: lo ha affermato il figlio minore di Muammar Gheddafi, Saif al-Islam, intervistato dalla rete satellitare britannica SkyNews. Secondo Saif le milizie fedeli a Gheddafi avrebbero preso il controllo del porto e della raffineria, ma nessuno è in grado di autorizzarle a occupare la cittadina, considerata «il nodo petrolifero e del gas della Libia»: «Ne dipendiamo per mangiare, per vivere. Senza Brega, sei milioni di persone si troverebbero prive di futuro, perché è da lì che partono le nostre esportazioni».

Operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi
Da oggi è intanto operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue ed è entrato immediatamente in vigore

Corte penale internazionale, inchiesta contro regime per crimini di guerra
Nel frattempo, il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Luis Moreno-Ocampo, ha annunciato in un'intervista a El Pais che aprirà un'inchiesta nei confronti di 10-15 responsabili del regime sospettati di "crimini contro l'umanità", per fatti "molto gravi" contro la popolazione civile.

Sbarchi senza sosta a Lampedusa
Proseguono, senza sosta, gli sbarchi a Lampedusa. Sono 552 i migranti, quasi tutti di nazionalità tunisina, giunti la scorsa notte nell'isola. Sono stati alloggiati presso il Centro di accoglienza, in attesa di essere trasferiti a Bari e Brindisi. Cresce l'emergenza, come ha spiegato ieri il ministro degli Interni Roberto Maroni nell'audizione presso le commissioni Esteri e Affari istituzionali di Camera e Senato: «Lo scenario peggiore tra quelli possibili - ha detto ieri il ministro Maroni nell'audizione presso le commissioni Esteri e Affari istituzionali di Camera e Senato -prevede movimenti di 200 mila persone in fuga dalla guerra in cerca di riparo laddove possibile. La chiusura del confine tra Libia e Tunisia accentua questo rischio. Il governo italiano si sta preparando a un impatto senza precedenti sulle nostre coste».

Frattini, 5 milioni di euro supplementati per gli aiuti ai profughi
Durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha detto che la missione umanitaria italiana in Tunisia, in favore dei profughi libici che si sono ammassati al confine, potrà contare su un budget di 5 milioni di euro supplementari stanziati in aggiunta ad altri fondi destinati all'acquisizione di generi alimentari e beni di prima necessità.

L'11 marzo vertice Ue sulla Libia
La crisi libica sarà al centro del vertice dell'11 marzo dei capi di stato e di governo dei Paesi dell'Unione europea. L'incontro sarà preceduto da un summit dei ministri degli Esteri - che si svolgerà sotto forma di un "pranzo di lavoro"- nato per iniziativa del capo della diplomazia europea Catherine Ashton. I ministri dovranno definire una risposta comune sulla rivolta in Libia e sul rischio di una crisi umanitaria e definire una nuova strategia nei confronti dei Paesi dell'Africa del Nord.

Obama: Gheddafi deve uscire di scena
Per il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, «è necessario» che Gheddafi esca di scena. «È bene per il suo Paese. È bene per il suo popolo. Ed è la cosa giusta da fare» ha detto Obama, precisando che «chi è vicino a Gheddafi deve capire che la violenza da loro perpetrata contro civili innocenti sarà monitorata, e loro saranno ritenuti responsabili. «Riguardo alla volontà di intervenire militarmente, ho dato istruzioni ai dipartimenti di Stato e della Difesa di esplorare l'intera gamma di opzioni», ha risposto Obama a un giornalista che gli chiedeva se Washington sia pronta a un intervento armato. «C'è il rischio di uno stallo sanguinoso», tra le forze governative e i ribelli, ha detto Obama, «ma gli Usa hanno tutta la capacità di agire in maniera potenzialmente rapida se la situazione si deteriora. Voglio prendere decisioni sulla base di quello che è meglio per il popolo libico, in consultazione con la comunità internazionale», ha affermato il presidente.

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