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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 13:22.

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Romani sul nucleare: scelte condivise, un momento di riflessione ma nessuno stop definitivo al pianoRomani sul nucleare: scelte condivise, un momento di riflessione ma nessuno stop definitivo al piano

«Non si possono fare scelte che non sono condivise da tutti». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, parlando della scelta nucleare alla luce di quanto accaduto in Giappone, a Borgo Sabotino, in provincia di Latina, in occasione dell'inaugurazione del nuovo elettrodotto sottomarino realizzato da Terna. «Dopo quanto accaduto in Giappone, infatti, «non possiamo non dire che siamo preoccupati», ha spiegato Romani, intervenendo all'inaugurazione del cavo sottomarino di Terna tra Sardegna e Lazio. «C'è grande preoccupazione» di fronte a qualcosa che «non ci immaginavamo di vedere».

«Un'eccezionalità probabilmente irripetibile»
Romani ha comunque sottolineato che quanto accaduto in Giappone «ha un'eccezionalità probabilmente irripetibile ma deve comunque portare un momento di riflessione». Il ministro ha inoltre messo in rilievo come «non si possono fare scelte che non siano condivise da tutti, scelte non condivise da chi vede istallata nel proprio territorio una centrale». «Ora bisogna parlare di sicurezza. Ritengo fuori tempo e inappropriato parlare di stop definitivo», al programma di ritorno al nucleare italiano, ha però precisato il ministro dello Sviluppo economico.

Prestigiacomo a Tremonti: «Niente cazzate, progetto nucleare finito»
Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, considera invece finito il progetto del nucleare in Italia dopo l'emergenza scoppiata in Giappone. «È finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate», è stato lo sfogo del ministro con il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti, nella sala del governo di Montecitorio al termine della cerimonia per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Alla conversazione, svoltasi a pochi passi da alcuni giornalisti e durata circa dieci minuti, erano presenti anche il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti, e per qualche istante il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani: «Dobbiamo uscirne - ha esortato Prestigiacomo - ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente, decidiamo tra un mese».

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