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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2011 alle ore 10:19.

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Masashi Goto, ex progettista di centrali nucleari giapponesi, ha accusato apertamente il governo giapponese di occultare la verità sugli impianti nucleari. Secondo la Bbc che ha riportato la conferenza stampa tenutasi a Tokyo, Goto ha sostenuto che uno dei reattori dell'impianto di Fukushima-Daiichi è «altamente instabile» e che le conseguenze di un'eventuale fusione sarebbero «tremende».

I reattori di Fukushima-Daiichi secondo l'esperto sarebbero sottoposti a aumenti di pressioni ben oltre i livelli previsti quando sono stati costruiti e c'è il rischio di una esplosione con materiale radioattivo sparato su un'area molto vasta. Descrivendo lo scenario peggiore, l'esperto ha detto che «potrebbero esserci molte Cernobyl». La posizione di Goto, però, non è condivisa da altri esperti secondo i quali il peggio potrebbe essere evitato perché il cuore dei reattori è molto probabilmente intatto. A favore starebbe giocando anche il fattore tempo.

Centrali in emergenza
In Giappone sono diversi i reattori nucleari che presentano problemi. In primo luogo c'è Fukushima Daichi dove sabato è esplosa la copertura del contenimento del reattore n.1, e il numero 3, dove si teme possa ripetersi la stessa deflagrazione. Altra centrale in difficoltà è quella di Oaganawa, dove addirittura venerdì si era sviluppata un incendio. I problemi sono legati al malfunzionamento delle pompe dei circuiti di raffreddamento. Intanto il sistema di raffreddamento del reattore n.2 della centrale nucleare di Tokai, 120 chilometri a nord di Tokyo, è ora in funzione secondo la Japan Atomic Power, che gestisce l'impianto. La Jpa ha precisato che due dei tre generatori usati per il raffreddamento sono in avaria ma che il terzo è in funzione.

L'isola spostata di 2,4 metri
Il terremoto che ha devastato il Giappone avrebbe spostato l'isola principale dell'arcipelago, la più colpita e quella dove è situata la capitale Tokyo, di 2,4 metri. La stima è di un sismologo dell'istituto di Geofisica Usa, Paul Earle, uno degli esperti della U.S. Geological Survey (Usgs), che ha sede a Washington. Intanto la Farnesina dice che sono cinque e non sei gli italiani ancora non contattabili in Giappone. Non ci sarebbe alcun italiano a meno di 100 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima.

Il premier: crisi peggiore dal 1945
«È la più grave crisi degli ultimi 65 anni». Il premier giapponese Naoto Kan toglie ogni dubbio sull'entità del disastro che ha colpito il suo paese. La contabilità dei dispersi che ora dopo ora alimenta la stima dei morti ha superato la tremenda cifra di 10mila. Per non parlare dell'incubo nucleare. Così il primo ministro fa appello alla capacità di coesione del popolo giapponese: «Unendo le forze, aiutandosi a partire da parenti e amici, superiamo questa crisi, ricostruiamo il Giappone. È questa la preghiera che faccio a ciascuno di voi».

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