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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2011 alle ore 17:11.

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Il bilancio della catastrofe dell'11 marzo si sta via via delineando, e a farsi sempre più pesante, non solo per le vite umane ma anche sul fronte dei danni recati da sisma e tsunami alle fabbriche delle tante aziende tecnologiche che operano nel Paese. Il comunicato diramato ieri da Sony, una delle compagnie maggiormente coinvolte, è in tal senso emblematico.

Ribadita per prima cosa lo stato di buona salute di tutti i suoi dipendenti (moltissimi quelli messisi in salvo ai piani alti di una fabbrica raggiunta dalle acque nella zona a Nord est del Paese), il colosso di Tokyo ha dettagliato la situazione confermando di aver ripreso del tutto o solo parzialmente le operazioni in alcune delle unità (nelle prefetture di Saitama, Tochigi e Chiba) che avevano stoppato la produzione di batterie agli ioni di litio, prodotti audio e lettori Blu Ray nei giorni successivi al terremoto e di essere incessantemente al lavoro per ripristinare al più presto le attività di quelle (nella prefetture di Miyagi, Fukushima e Ibaraki) dove si producono dischi Blu Ray, nastri magnetici, dispositivi ottici, Cd e Dvd e ancora batterie.

A queste precisazioni se ne aggiunge quindi un'altra, più allarmante, che ufficializza la temporanea sospensione delle operazioni (lo stop è previsto almeno fino a fine marzo) di alcune fabbriche – a Shizuoka, Aichi, Gifu e Oita, dove vengono prodotti televisori, videocamere, fotocamere e microfoni - non danneggiate ma allo stato attuale impossibilitate a produrre per la mancanza di materie prime.

L'incubo dello shortage dei componenti vitali per assemblare i prodotti finali destinati al mercato locale e internazionale, rischio da subito messo in evidenza dagli analisti di settore, si sta quindi materializzando e ciò che emerge dalle dichiarazioni dei portavoce di Sony è una situazione ancora fluida. Per poter determinare il reale impatto della calamità e stimare di conseguenza l'entità dei danni servirà ancora tempo, e indicativamente si potrà arrivare a stimarne i costi solo quando tutte le fabbriche danneggiate potranno riprendere le operazioni a regime. Identico il messaggio reso pubblico da Mitsubishi Electric, secondo cui gli effetti del terremoto (che ha colpito le sue unità di Tv a circuito chiuso e di apparati di telecomunicazione) sui risultati finanziari del Gruppo è attualmente in fase di valutazione e deve essere ancora quantificato.

Per farla breve, le ripercussioni del terremoto saranno evidenti sull'industria hi-tech nonostante gran parte della produzione (per molte delle aziende nipponiche) sia fuori dal Giappone e nelle aree non colpite. Lo stop alla produzione - vuoi l'effetto diretto di sisma o tsunami, vuoi per il problema della mancanza di materie prime – solleva quindi un grande punto di domanda sull'effettiva prossima disponibilità in commercio di diverse tipologie di prodotti. Non a caso la stessa Sony, nei giorni scorsi, ha debitamente informato i partner di canale del ritardo con i quali verranno evasi gli ordini pregressi di alcune linee di prodotto professionali.

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