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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 10:22.
L'ultima modifica è del 14 aprile 2011 alle ore 10:22.

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Affari americani di Finmeccanica. Nella foto Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, e la moglie Marina Grossi, ad di SelexAffari americani di Finmeccanica. Nella foto Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, e la moglie Marina Grossi, ad di Selex

«È stato evidenziato – si legge in una loro informativa – che l'organizzazione avrebbe corrisposto la somma di 8 milioni di euro circa a Iannilli e a Cola Lorenzo per acquisire quote in diverse società, che permettessero al sodalizio di entrare nella galassia societaria della Finmeccanica». E sullo «scenario imprenditoriale che l'organizzazione criminale è proiettata a effettuare investendo nel gruppo Finmeccanica», in riferimento a una serie di conversazioni telefoniche, i Ros scrivono di «una riunione programmata a Roma tra il 5 e il 7 maggio 2008 per incontrare l'amministratore delegato della prefata società, Dr. Guarguaglini».
Ma è dalle conversazioni tra Mokbel e Iannilli che si capiscono gli obiettivi dei due.
Mokbel: «Noi ci siamo incontrati a luglio, non mi ricordo il giorno di luglio, io, e Lorenzo... compriamo una società... la riempiamo di contratti...»
Iannilli: «Giusto».
Mokbel: «Dopodiché questa societa acquisirà un certo valore. Consistente, importante, e noi vendiamo la nostra quota a... Fin (Finmeccanica)... che è da quantificare in... non so quante decine di milioni».
(...)
Iannilli: «Io penso che la Digint, come azienda, tra tre, quattro anni possa arriva' a vale' 550 milioni di euro».
Mokbel: «Se gliela vendi a Finmeccanica».
Iannilli: «Sì...»
Mokbel: «...certo che si deve impegna' Lollo (Lorenzo Cola ndr)».

In una conversazione successiva con un suo socio in cui ricostruisce uno scambio con Iannilli, Mokbel è più esplicito: «Guarda Ian - gli ho fatto - noi dobbiamo guadagna'. A me interessa guadagna'... L'unica cosa che m'ha detto: "Guarda Ge'... , io te dico che la cosa ... la cosa migliore è che vi mettete d'accordo con Guarguaglini a una citra esorbitante... magari un centinaio de mijoni"».
Il piano descritto era semplice: comprare la Digint, fare in modo che fosse «riempita di contratti» da Finmeccanica grazie alle relazioni che Cola aveva con il suo vertice, e una volta che la società aveva acquisito valore per via di quelle commesse, venderla allo stesso gruppo di Piazza Monte Grappa.
In carte depositate presso il tribunale di Roma, Il Sole 24 Ore ha trovato svariati riferimenti ai rapporti tra il duo Cola/Iannilli e la Selex Sistemi Integrati, controllata di Finmeccanica amministrata da Marina Grossi, moglie di Guarguaglini. E in particolare, evidenze di triangolazioni sospette con l'Enav, l'Ente nazionale di assistenza al volo. «Gli appalti e i contratti con Enav sono, e sono sempre stati, gestiti in piena e totale trasparenza», ci ha comunicato Finmeccanica, aggiungendo che «l'ingegner Grossi è soltanto iscritta al registro degli indagati».

Anche l'ad di Enav, Guido Pugliesi, sostiene di aver agito sempre in modo legittimo, ma la procura della Capitale lo sta indagando per corruzione e atti contrari ai doveri d'ufficio. Secondo l'accusa, l'uomo di cui Guarguaglini si è avvalso per la più importante acquisizione della sua lunga carriera, quella della Drs, sarebbe stato parte di un giro corruttivo milionario. Che funzionava così: Enav affidava senza gara lavori a Selex, la quale li subappaltava - sempre senza gara - a società di fiducia di Enav come la Print Sistem, che a sua volta utilizzava sovrafatturazioni con società estere per pagare in nero Cola o il suo braccio destro Iannilli. Il cerchio si sarebbe infine chiuso con pagamenti di mazzette fatti da questi ai vertici di Enav.

Fin qui la teoria. Vediamo le carte. A cominciare dal verbale dell'interrogatorio di Iannilli. In cui si legge che Cola gli fu «presentato come persona che si muoveva in ambito Selex con capacità di procurare lavori in tale realtà» e che lo stesso Cola ha ammesso agli inquirenti «una sovrafatturazione sistemica» e «fatture sovradimensionate per corrompere. Proprio da parte di lannilli».

Il commercialista si sofferma poi sul ruolo giocato dalla Print Sistem, società di costruzioni di Tommaso Di Lernia, imprenditore anni fa coinvolto nell'inchiesta su Stefano Ricucci e i "furbetti del quartierino". «Print Sistem riceveva buona parte dei lavori in subappalto da Selex, lavori che a Selex venivano affidati da Enav», spiega Iannilli, aggiungendo che «Selex, in persona dell'amministratore delegato Grossi» utilizzò Di Lernia per far approvare a Enav «una forte lievitazione nei costi».

Il pm domanda per quale ragione l'amministratore di Selex si sarebbe servita di Di Lernia per spingere Enav a pagare di più. E Iannilli risponde: «Di Lernia ha sempre mantenuto ottimi rapporti con il board amministrativo di Enav, prima Nieddu e Pugliesi e poi solo Pugliesi. Mi diceva che tali rapporti gli comportavano un sacco di spese. E cioè li pagava. L'utilità che egli ne traeva, era che Selex, che beneficiava delle sue attività, subappaltava i lavori alla sua società - Print Sistem».
Sul ruolo avuto in tutte queste vicende da Pier Francesco Guarguaglini e/o sua moglie Marina Grossi nessun tribunale si è pronunciato. Ma che Cola sia un riciclatore di denaro di provenienza illecita lo ha ammesso lui stesso.

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