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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 06:38.

«Non esistono le banche, esistono tanti modi diversi di fare banca. Intesa Sanpaolo ha superato bene la crisi perchè ha sempre mantenuto un profilo di rischio contenuto, con grande attenzione alla liquidità e al capitale. E ora, con il nuovo piano d'impresa e la ripatrimonializzazione, è tra i gruppi più forti in Europa. State certi che continueremo a non fare finanza per la finanza e a sostenere l'economia».
L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera tiene a sottolineare la «diversità» della sua banca, rispetto a un modello anglosassone basato sulla finanza e sul trading che negli ultimi anni aveva contaminato anche molte banche della core Europe. E in oltre due ore di discussione nel forum con la redazione de Il Sole 24 Ore ha illustrato obiettivi, strategie e progetti del piano d'impresa e affrontato i principali temi dell'attualità.
Lo spunto di partenza è il nuovo piano triennale d'impresa della banca, presentato insieme all'aumento di capitale da 5 miliardi. Ma Passera ha risposto a tutto campo, dal ruolo di Intesa Sanpaolo a sostegno dell'economia del Paese, all'esigenza che gli strumenti derivati siano sottoposti a regole più severe, dal caso Parmalat a Telecom, fino alla concorrenza con Bancoposta. Dalle strategie di espansione all'estero, alle scelte di sviluppo nell'asset management. Passera era accompagnato dai due direttori generali: Marco Morelli, vicario e responsabile della divisione Banca dei Territori, con cui sono state affrontate soprattutto le prospettive del retail banking: e Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate & investment banking, che ha risposto alle domande sul mondo imprese. A rispondere alle domande più finanziarie, anche il chief financial officer Carlo Messina.
Il Sole 24 Ore. Partiamo da uno dei principali temi di attualità, cui il nostro giornale proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) ha dato grande rilievo: nella finanza globalizzata, tornano i titoli ad alto rischio e la grande speculazione su derivati vecchi e nuovi. La crisi finanziaria non ha insegnato niente? C'è il rischio che si ricominci come prima?
Passera. La crisi degli anni passati è stata originata da tanti elementi. Gravi errori di gestione aziendale, eccesso di liquidità del sistema, carenza di regole e controlli con interi segmenti della finanza che praticamente non erano controllati. Sia chiaro che questo non ha riguardato l'Italia. Anzi, se il mondo avesse avuto le regole e i controllori italiani la crisi non ci sarebbe stata. Pensiamo al mismatching delle scadenze, con raccolta a breve per finanziare investimenti a lungo termine, che ha travolto molte banche inglesi e di vari Paesi.
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