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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2011 alle ore 14:41.

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Il figlio più giovane di Muammar Gheddafi, Saif al Arab, e tre nipoti del colonnello, sarebbero rimasti uccisi ieri in un raid aereo della Nato a Tripoli. L'obiettivo era però il colonnello, rimasto illeso come la moglie, ha riferito il portavoce del governo Mussa Ibrahim, in conferenza stampa. La notizia è stata accolta con spari in aria a Bengasi, sede del consiglio nazionale di transizione. La Nato ha confermato i raid nel settore di Bab al-Aziziya, dove ha sede il bunker di Gheddafi, ma non ha fornito notizie certe sull'uccisione di Saif al Arab.

«Sono al corrente di informazioni non confermate dei mass media secondo le quali alcuni membri della famiglia Gheddafi potrebbero essere stati uccisi. Ci rammarichiamo di ogni perdita di vita umana, particolarmente quella di civili innocenti», ha detto il generale Charles Bouchard, comandante dell'operazione Unified Protector.

«La casa di Saif al Arab Muammar Gheddafi, il più giovane dei figli della Guida, è stata attaccata con mezzi potenti. La Guida e sua moglie erano nella casa con amici e parenti» ma il rais è rimasto illeso, ha dichiarato il portavoce del governo, Mussa Ibrahim in una conferenza stampa. «L'attacco ha causato la morte del fratello martire Saif al Arab (...) e quella di tre dei nipoti della Guida», ha aggiunto il portavoce. Saif al Arab aveva 29 annI. «La Guida stessa è in buona salute. Non è stato ferito. Anche sua moglie sta bene e non ha riportato ferite, ma altre persone lo sono state», ha spiegato il portavoce del governo.

L'obiettivo del raid, secondo Ibrahim, era quello di eliminare il rais. «Si è trattato di un'operazione che aveva l'obiettivo di assassinare la guida di questo paese», ha precisato. Circostanza che è stata smentita dalla Nato. «Tutti gli obiettivi della Nato sono di natura militare e sono chiaramente legati agli attacchi sistematici del regime di Gheddafi contro la popolazione libica e le zone popolate. Non prendiamo di mira le persone», ha detto il generale Bouchard.

«La Nato proseguirà le sue operazioni fino a quando non cesseranno tutti gli attacchi e le minacce contro i civili, fino a quando tutte le forze fedeli a Gheddafi, compresi cecchini, mercenari e forze paramilitari, non siano rientrate nelle loro basi, e fino a quando non ci sarà alcun ostacolo alla consegna degli aiuti umanitari ad ogni persona che richiede assistenza», ha confermato l'Alleanza atlantica.

Insieme alla notizia crescono però anche i dubbi a Bengasi sull'annuncio venuto da Tripoli circa la morte del figlio minore di Muammar Gheddafi in un attacco della Nato. La notizia della morte di Seif al Arab aveva suscitato grande entusiasmo nella capitale degli insorti, ma con il passare delle ore prevale lo scetticismo vista la mancanza di prove. «La verità è che la notizia non può essere verificata», ha detto Jalal al Gallal, membro del Consiglio nazionale di transizione, l'organo politico dei ribelli, il quale accusa Gheddafi di «utilizzare gli attacchi della Nato contro obie ttivi militari per far credere che vogliano cercare di assassinarlo».

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