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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2011 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 22 giugno 2011 alle ore 15:28.

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Abbiamo gestito crisi ed evitato fallimento del paese
Il premier rivendica dunque i risultati raggiunti dal suo esecutivo. «Quando si guarderà a questi anni di governo con animo meno acceso e mente più serena, non si potrà non riconoscere che siamo riusciti, in una condizione quasi proibitiva, a fare quello che altri paesi non hanno avuto la capacità o la fortuna di riuscire a fare».Tutti, prosegue Berlusconi, «sanno e tutti ci riconoscono - ha aggiunto il premier - che la conduzione della politica economica dell'esecutivo nel corso della crisi ci ha salvato da una minaccia di default finanziario, parola che suona in italiano in modo ancor più sinistro: significa fallimento».

Rispetteremo impegni assunti con l'Ue e con gli investitori
Poi il Cavaliere snocciola i numeri, dal federalismo alla lotta contro la criminalità organizzata, fino al contrasto dell'evasione fiscale. «Abbiamo chiuso il 2010 con 25 miliardi recuperati tra imposte, tasse e contributi evasi». Berlusconi prosegue ricordando gli impegni assunti «con l'Unione europea, con i risparmiatori e con gli investitori internazionali che hanno dato fiducia all'Italia». E le promesse sono le stesse snocciolate al Senato. A cominciare dalla riforma fiscale che «non sarà fatta in deficit e senza buchi di bilancio» e secondo il disegno già tratteggiato da Tremonti: tre aliquote e cinque imposte. Quindi, come chiesto dalla Lega, la revisione del patto di stabilità interno «con meccanismi premiali per i Comuni virtuosi e punitivi per quelli che non sono». Poi spazio al ddl per riformare l'architettura istituzionale che arriverà prima dell'estate e sarà incentrato su tre pilastri: riduzione dei parlamentari, Senato federale e rafforzamento dell'esecutivo.

Sulla Libia nessuna novità rispetto all'intervento di ieri
Subito dopo ecco il passaggio sulla Libia, ma i toni non cambiano rispetto all'intervento di ieri a Palazzo Madama. Berlusconi dice di condividere la preoccupazione per il prolungarsi delle operazioni e ricorda i prossimi appuntamenti internazionali per risolvere il nodo libico. Quindi il rinvio al Consiglio supremo di difesa. «In quella sede verrà illustrato un piano di ulteriore riduzione dei costi e del contingente, ma sempre in accordo con gli organismi internazionali». La Lega dovrà quindi attendere per ottenere risposta alle sue richieste. Si chiude con il nucleare: l'esito del referendum impone di rivedere il piano energetico nazionale puntando sulle rinnovabili. Il "come " si vedrà.

IL PUNTO / Berlusconi usa la verifica per garantirsi un'estate più tranquilla (di Stefano Folli)

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