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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2011 alle ore 14:29.

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Matteo Manassero (Epa)Matteo Manassero (Epa)

A Londra non ci saranno, ma la vittoria l'hanno ottenuta nel 2009 a Copenaghen, nel congresso del Cio che ha assegnato a Rio de Janeiro i Giochi del 2016. In quell'occasione, infatti, rugby e golf hanno avuto la garanzia di entrare nel programma olimpico proprio nelle prime Olimpiadi sudamericane della storia. Per rugbysti e golfisti, quindi, Londra sarà tappa di passaggio in vista della fondamentale scadenza di quattro anni dopo.

Palla ovale – L'ultima apparizione del rugby ai Giochi risaliva al 1924, quando si giocò nella versione a 15. A Rio invece si scenderà in campo nella versione a 7, più veloce, dinamica e spettacolare. «Le eliminatorie inizieranno nel 2013, i posti disponibili saranno 12, per l'Europa 2 più un'eventuale terzo: qualificarsi sarà dura – premette il presidente della Federugby Giancarlo Dondi -, anche perché nella versione a sette il rugby, oltre alle tradizionali potenze mondiali, presenta molti outsider: Figi, Samoa, ma anche Russia, Portogallo e Kenya».

Regole diverse - Il rugby a 7 ha meno contatto fisico, due tempi da 7 minuti ciascuno che diventano 10 nella fase finale, mischie ridotte e più velocità. «Più che con gli uomini, potremmo far molto bene con le donne – sottolinea ancora Dondi – che già hanno brillato negli ultimi Sei Nazioni». Per la squadra maschile, invece, si attingerà direttamente dal campionato italiano. Una cosa è già sicura: servono fondi, per poter partecipare ai vari tornei internazionali di formazione e selezione: «Servono almeno 2 milioni di euro, ma per ora abbiamo potuto stanziarne poco più di 150mila», conclude il presidente della Fir.

In buca a Rio – Addirittura più lunga l'astinenza olimpica del golf, uscito dai Giochi nel 1904 e ora pronto al gran rientro. I posti disponibili saranno 60 per gli uomini e altrettanti per le le donne, da definirsi attraverso ranking mondiale e il palmares delle singole nazioni. «L'Olimpiade è un sogno – confessa Matteo Manassero, enfant prodige del nostro golf – e solo l'idea di confrontarmi a Rio coi migliori al mondo per conquistare un podio olimpico mi dà una carica straordinaria». Entusiasmo condiviso anche da Dodo e Chicco Molinari: «Raramente abbiamo l'occasione di gareggiare anche in squadra – sottolinea Francesco Molinari – è farlo ai Giochi, difendendo i colori del nostro Paese, sarà un'emozione incredibile». Sogni a cinque cerchi anche per Diana Luna, la leader del nostro movimento femminile: «Tornare all'Olimpiade è il giusto riconoscimento per uno sport che è sempre più popolare, e che sta conquistando sempre più appassionati».

Marcia d'avvicinamento – Parole confermate dai numeri, visto che in Italia a giugno 2011 i tesserati sono più di 100mila, cioè la quota raggiunta nell'intero 2010. «Abbiamo un budget annuo di circa 13 milioni di euro, gran parte del quale proviene da tesserati e sponsor – sottolinea il presidente della Federgolf Franco Chimenti -. Il cammino verso Rio? Passa per le scuole, attraverso gli accordi che abbiamo fatto con i singoli distretti scolastici sul territorio. In Brasile sono certo che cominceremo a raccogliere i frutti di questa semina».

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