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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2011 alle ore 14:51.
Trenta medaglie l'obiettivo reale. 29 quelle virtuali attribuiteci sulla carta da Usa Today, la massima autorità giornalistico-sportiva nel settore. A un anno dal primo rintocco olimpico del Big Ben, desideri, sogni e aspettative reali dell'Italia dello sport si sovrappongono fino quasi a coincidere.
Addirittura, la rivista americana ipotizza per la spedizione azzurra un bilancio migliore in termini di numero (29 contro 27) e qualità (6 ori in più) di medaglie rispetto a Pechino 2008.
I numeri si sa, nascondo uomini e donne, fatica, lavoro, preparazione e progetti. Su questi, più che sulle cifre, si è concentrato il viaggio del Sole24Ore.com nello sport italiano a un anno da Londra2012. Un percorso lungo e approfondito, che ha evidenziato quelli che saranno i punti cardinali, la bussola da seguire in questi ultimi 365 giorni che ci separano dai Giochi londinesi.
1. L'aumentata competitività nell'intero mondo dello sport. Tutte le federazioni mondiali stanno aumentando il numero di Paesi affiliati: le economie del blocco ex Urss si stanno consolidando senza mettere a rischio tradizioni e cultura sportiva consolidate; stesso dicasi per le economie emergenti e i grandi Paesi che si avvalgono del lavoro preparatorio per i Giochi di domani (vedi il Brasile con Rio2016) o di ieri (l'Australia che ancora sfrutta la scia di Sydney2000). Risultato: salire sul podio olimpico sarà sempre più difficile.
2. I punti d'eccellenza della nostra spedizione ci sono, eccome. La scherma su tutti, ma anche tiro a volo, tiro con l'arco, il nuoto con Federica Pellegrini e Scozzoli, ma anche la nazionale di fondo, poi i pugili. Soffriamo invece in un altro bacino storico di medaglie, il ciclismo, in particolare la pista, e nell'atletica, la regina delle Olimpiadi, come dimostra l'esigua spedizione azzurra che sta per partire per i Mondiali di Daegu. E anche nel canottaggio stiamo assistendo a un ricambio generazionale profondo, che proprio a Londra avrà il suo banco di prova.
3. Nessuna delle 29 medaglie virtuali attribuiteci da Usa Today arriva (o arriverebbe, meglio dire..) dagli sport di squadra: già eliminato il calcio, in attesa di un miracolo da parte degli azzurri del basket, con gli uomini della pallavolo alle prese con una complessa metamorfosi tecnico-generazionale, e con le ragazze vogliose di riscattare il flop di Pechino, potrebbero essere Setterosa e Settebello della pallanuoto a far saltare il banco degli esperti americani. Noi ci puntiamo.
4. Qualsiasi saranno i risultati londinesi, il futuro del nostro sport è segnato: sarà in rosa (tra le donne abbiamo i talenti più grandi e i maggiori margini di miglioramento) e multietnico, all'insegna di una "generazione-Balotelli" di giovani che, per scelta o storia personale, pur avendo origini straniere, hanno scelto o stanno scegliendo di mettere il loro talento a disposizione del tricolore italiano. Una miniera d'oro (sportivo e culturale) da cui bisogna attingere a piene mani.
5. Il problema dei fondi. In tempi di crisi economica e ristrettezze, sempre più i bilanci federali dipendono da una compartecipazione tra contributi del Coni e sponsorizzazioni private. In questo senso, solo la certezza dei fondi a disposizione permette una programmazione efficace a lungo termine, soprattutto nelle discipline che salgono all'attenzione generale solo nell'appuntamento olimpico.
Buona lettura, allora, e preparatevi a un anno preolimpico tutto da vivere. Sperando che, alla fine, i conti (nel medagliere) tornino.
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