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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2011 alle ore 09:06.

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Più passano le ore e più si complica la ricostruzione della strage di 76 novergesi a Oslo e nell'isola di Utoya compiuta da Anders Behring Breivik. Il presidente del Tribunale di Oslo, Geir Engebretsen, ha parlato di altre due cellule coinvolte nello sterminio; il killer 32enne è stato segnalato ai servizi di sicurezza lo scorso marzo per aver acquistato prodotti chimici in Polonia, lo stesso Paese in cui è stato arrestato l'uomo che ha forse venduto i fertilizzanti alla base dell'ordigno esploso nel centro della capitale.

Contatti in Europa
Breivik voleva uccidere e aveva molte idee a riguardo. Ha cercato di comprare armi a Praga, aveva contatti con gli estremisti di destra britannici, e tra i suoi obiettivi c'era anche la cancelliera tedesca Angela Merkel. Le indagini su Breivik si estendono a diversi paesi europei, seguendo le tracce della frenetica preparazione dell'attentato più grave che la Norvegia ricordi. E dei suoi presunti complici, visto che davanti al giudice Breivik ha parlato dell'esistenza di altre due «cellule» coinvolte nelle stragi, che farebbero parte di una vera e propria «organizzazione». Probabilmente la rete di 80 cellule pronte ad imitarlo di cui parla nel suo delirante memoriale. Per il momento però al centro delle indagini c'è lui, un fanatico estremista di destra che ha preparato per mesi l'attentato e nel settembre scorso è partito in macchina verso Praga, dopo aver tolto i sedili di dietro dalla sua Hyundai, per far spazio all'arsenale che intendeva riportare in patria e che comprendeva tra l'altro un mitra Ak-47, una pistola Glock e munizioni varie. A Praga però non ha trovato quello cercava: «È una città più sicura di Oslo - ha scritto nel suo diario - evidentemente perché i musulmani quasi non ci sono».

Ma la pista che ha fatto sperare alla polizia norvegese di aver rintracciato una delle «cellule» di cui ha parlato Breivik è stata quella polacca: gli investigatori sono risaliti alla persona a cui si è rivolto per comprare i prodotti chimici necessari per confezionare la bomba con la quale ha ucciso otto persone nel centro di Oslo. Anzi, per l'esattezza è uscito fuori che Breivik era già stato segnalato ai servizi di sicurezza lo scorso marzo per aver acquistato prodotti chimici in Polonia. Ma secondo il servizio di sicurezza interna di Varsavia, l'uomo individuato non sarebbe un complice, perché in Polonia quel materiale è legale e Breivik avrebbe scelto a caso, forse su internet, la persona da cui rifornirsi. Resta il filone inglese, il legame con i templari e la sua presunta partecipazione all'ultimo raduno della English Defense League, l'organizzazione di estrema destra. Secondo indiscrezioni Breivik potrebbe esser stato «reclutato» da membri dell'estrema destra britannica. Un'informazione che viene presa «molto sul serio» dal Regno Unito, che ha annunciato l'aumento della sorveglianza sull'estrema destra. Dalla Germania arriva invece dal governo tedesco la precisazione che non c'è alcun legame tra il killer di Oslo e gli estremisti di destra tedeschi. L'unico collegamento restano le indiscrezioni di stampa, secondo le quali tra gli obiettivi di Breivik c'era anche la Merkel.

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