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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2011 alle ore 09:06.

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Prima udienza a Oslo
Un altro giudice, Kim Heger, ha respinto la richiesta dell'accusato della strage di Oslo di apparire in tribunale in divisa e ordinato che Breivinik sia tenuto otto settimane in carcere in attesa dei risultati dell'inchiesta, il doppio della carcerazione preventiva prevista in Norvegia. Il pubblico ministero incaricato del caso, Christian Hatlo, ha riferito che Breivik si è detto «pronto al carcere a vita» durante l'udienza preliminare. In aula il 32enne ha ammesso le sue responsabilità dichiarandosi però «non colpevole». Il bilancio finale della strage dei ragazzi norvegesi si è intanto ridimensionato: le vittime sarebbero 76 (di cui 68 sull'isola e il resto a Oslo) e non 93. Spiegano però le autorità citate dal quotidiano Aftenposten che la cifra definitiva è ancora suscettibile di correzioni.

Il padre del killer
«Penso che alla fine avrebbe dovuto togliersi la vita invece che uccidere così tante persone» ha detto il padre del killer, Jens Breivik, diplomatico in pensione,durante l'intervista dall'emittente TV2 a Cournanel, nel sud della Francia, dove vive attualmente. Il padre, divorziato dalla madre quando Brievik aveva un anno, non vedeva il figlio da 16 anni.

21 anni il massimo della pena
La pena massima prevista dal Codice penale norvegese è di 21 anni
di reclusione. Ma di fronte all'orrore delle stragi di Oslo e dell'isola di Utoya, cominciano a levarsi le prime voci per esigere un inasprimento della pena da applicare a Breivik. Due psichiatri valuteranno lo stato mentale dell'uomo che, durante gli interrogatori, si è mostrato calmo: durante l'udienza l'uomo ha cercato anche di leggere il suo manifesto politico ma è stato bloccato; quando ha chiesto le ragioni del fatto che l'udienza fosse a porte chiuse, gli è stato spiegata la scelta del giudice.

Su Facebook appello alla pena di morte
Intanto su Facebook, Mari Kaugerud ha lanciato un appello per un «Sì alla pena di morte per Anders Behring Breivik». Ha già raccolto 1783 amici. E negli ultimi due giorni decine di gruppi similari sono nati sui social network: alcuni chiedono la pena capitale, altri l'ergastolo. «Gente simile non può tornare a vivere fra la gente normale. Se prende 21 anni uscirà a 53. Ha fatto troppo male per uscire», si indigna Mustafa, un edicolante norvegese di origine iraniana. In realtà, il diritto norvegese prevede che un condannato possa restare in carcere oltre i 21 anni, solo se viene considerato ancora pericoloso. In questo caso la sua pena può essere prolungata di cinque anni in cinque anni. Senza pronunciarsi direttamente sulla questione, il premier Jens Stoltenberg ha affermato ieri che la risposta alla carneficina non può che essere «più democrazia, più apertura, più umanità, ma senza ingenuità».

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