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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2011 alle ore 15:35.
L'ultima modifica è del 31 agosto 2011 alle ore 11:55.

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Saltano i provvedimenti della manovra bis sulle pensioni. È quanto ha deciso il Governo al lavoro sul testo della manovra, a seguito del vertice di questa mattina fra il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che si erano incontrati insieme ai tecnici del ministero dell'Economia per fare il punto sull'«impatto sociale» del provvedimento.

Possibile compensazione dalla stretta sull'evasione fiscale
Sembra che la compensazione per le mancate risorse che sarebbero arrivate dalla norma sulle pensioni - circa 1,5 miliardi di euro fra 2013 e 2014 - arriverà da nuove misure di lotta all'evasione, rafforzando i poteri dei Comuni in merito.

In dubbio la costituzionalità del provvedimento
In particolare, si apprende da fonti di maggioranza, si starebbe valutando la costituzionalità del provvedimento che riguarda il mancato computo ai fini del calcolo dell'anzianità degli anni università e del servizio militare.
Sempre secondo quanto si apprende, la questione potrebbe essere affrontata «collegialmente», domani, a margine della riunione del Consiglio dei Ministri. Dunque oggi non sarà presentato l'emendamento che riguarda la misura, mentre se ne discuterà lo stralcio domani.
In ogni caso, al Consiglio dei ministri di domani, precisa con una nota Palazzo Chigi, non verrà affrontato altro tema se non «l'esame definitivo del decreto legislativo recante disposizioni in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione».

Un pressing congiunto dietro la decisione
A muovere verso la decisione sono stati il malcontento nella stessa maggioranza, le critiche feroci dei sindacati pronti a mobilitarsi (la leader della Cgil, Susanna Camusso, aveva definito «un golpe» le nuove norme) e quelle montate sul web e fra chi aveva già pagato profumatamente il riscatto degli anni di studio e conteggiato quelli del servizio militare. L'opposizione intanto inasprisce le sue critiche: «Il Governo è allo sbando», ha detto Stefano Fassina, responsabile economia del Pd.

La Cisl: «Il Governo ci ha ascoltato». Ma la Cgil non molla sullo sciopero: «Aspettate a cantare vittoria»
«Le pensioni non si toccano. Il Governo ha accolto la nostra richiesta di stralciare la norma che avrebbe causato un danno al personale che aveva riscattato la laurea ed il servizio militare. Ci attendiamo ora ulteriori modifiche alla manovra nel segno dell'equità, della giustizia sociale e del taglio ai costi della politica». Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni, aprendo i lavori del Comitato Esecutivo della Cisl in corso a Roma, che ha rivolto un invito alla leader della Cgil, Susanna Camusso, ad abbandonare l'idea dello sciopero generale. Ma la Cgil si mostra decisa: «Nessuno pensi di fare il grillo parlante e dire che non ci sono più le ragioni per lo sciopero. Ci sono tutte e rafforzate», ha ribadito Camusso da Torino. «Le ragioni sono nell'iniquità che rimane. Fossi in Cisl e Uil - ha aggiunto - aspetterei a cantare vittoria e aspetterei i provvedimenti successivi». «Se si conferma che si ritira quel provvedimento - questo è comunque figlio della mobilitazione della Cgil». (Ch. B.)

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