Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2011 alle ore 18:40.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2011 alle ore 15:58.
di Giovanni Parente
Si allarga la portata dei contratti di lavoro sottoscritti a livello territoriale. E si potrà licenziare con il sì dei sindacati. Sul fronte enti locali, invece, slitta per ora il taglio delle Province (l'abolizione è rinviata a un disegno di legge costituzionale) mentre è confermato il dimezzamento dei consiglieri
provinciali e viene riscritta la norma sui piccoli comuni fino a mille abitanti con l'obbligo dell'accorpamento delle loro funzioni. Sono le novità degli emendamenti alla manovra approvati in commissione Bilancio al Senato.
Cosa cambia per il lavoro
Saranno possibili deroghe alle leggi nazionali sul contratto di lavoro per gli accordi aziendali e territoriali, comprese quelle sui licenziamenti. L'emendamento della maggioranza riguarda anche il capitolo licenziamenti, quindi le deroghe all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. «Fermo restando il rispetto della Costituzione, nonchè i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali di lavoro - si legge nel testo - le specifiche intese di cui al comma 1 operano anche in deroga alle disposizioni di legge che disciplinano le materie richiamate dal comma 2 alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali».
Inoltre un altro emendamento del relatore Antonio Azzollini approvato dalla Commissione Bilancio del Senato prevede che l'accordo interconfederale del 28 giugno tra le parti sociali venga recepito nell'articolo 8 della manovra. Pertanto l'efficacia delle intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale riguarda «tutti i lavoratori interessati a condizione di essere sottoscritte sulla base di un criterio maggioritario relative alle predette rappresentanze sindacali». Nelle intese aziendali o territoriali valide erga omnes, per misurare la rappresentatività del sindacato basta anche il criterio «territoriale». Si aggiunge la parola «territoriale» quando si parla delle «associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative»: viene così esplicitato «sul piano nazionale o territoriale».
Tutelate le neomamme
Più tutele anche per le neo mamme: entrano, infatti, nella platea dei soggetti che non possono essere licenziati in deroga alle leggi. È quanto prevede un emendamento della maggioranza alla manovra approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Le intese a livello aziendale o territoriale sottoscritte dalle associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale possono decidere su diverse materie (mansioni, contratti a termine, orario di lavoro, tra le quali anche il «recesso dal rapporto di lavoro». Nel testo originario della manovra si faceva eccezione per il licenziamento discriminatorio. Con l'emendamento sono stati aggiunti, e dunque non rientrano nella disponibilità delle parti che fanno intese aziendali o territoriali: «il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio, il licenziamento della lavoratrice dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione al lavoro, nonchè fino ad un anno di età del bambino, il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA