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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2011 alle ore 18:40.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2011 alle ore 15:58.

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Contratti aziendali e territoriali più forti: potranno derogare alle intese e alle leggi nazionaliContratti aziendali e territoriali più forti: potranno derogare alle intese e alle leggi nazionali

L'autunno dei rinnovi contrattuali
Norme che, se confermate nell'esame in Aula e poi alla Camera, arrivano a ridosso dell'apertura di una stagione di rinnovi contrattuali che si preannuncia non semplice. Sono circa 8,5 milioni, infatti, i dipendenti del settore privato e del settore pubblico che si presentano a settembre, con il contratto scaduto o in scadenza a dicembre 2011 e, quindi, ai nastri di partenza per un nuovo negoziato.
Tra chi è in attesa di un rinnovo contrattuale da almeno tre anni ci sono circa 430mila metalmeccanici artigiani (compresi orafi e argentieri) e 120mila addetti del trasporto ferroviario, mentre è scaduto nel 2010 l'accordo che regola il lavoro di 1 milione di dipendenti degli studi professionali. Nel solo settore culturale, i 7.500 addetti delle Fondazioni lirico sinfoniche sono senza contratto da 5 anni, mentre in attesa di rinnovo dal 2007 ci sono 20mila artisti a tempo determinato e 4.500 dipendenti dei teatri privati. Nel 2010 è scaduto l'accordo per i 10mila addetti del personale artistico dei teatri e dei 13mila lavoratori degli esercizi cinematografici.

Le unioni di comuni
Via libera dalla Commissione Bilancio del Senato anche ia correttivi del governo che disciplinano l'accorpamento dei Comuni più piccoli, attraverso le Unioni dei Comuni, e che riducono la dimensione di consigli e giunte. Con un emendamento sempre di Antonio Azzollini, e approvato dalla commissione, si prevede che i comuni «con popolazione fino a mille abitanti esercitano obbligatoriamente in forma associata tutte le funzioni amministrative e tutti i servizi pubblici, loro spettanti sulla base della legislazione vigente mediante un'unione di comuni». A queste unioni di comuni «hanno facoltà di aderire anche comuni con popolazione superiore a mille abitanti, al fine dell'esercizio in forma associata di tutte le funzioni loro spettanti sulla base della legislazione vigente e dei servizi ad esse inerenti». L'emendamento è passato con una piccola modifica: inizialmente era previsto che le riunioni di giunta dei Comuni più piccoli avvenissero di sera, ora è stato precisato che debbono avvenire "preferibilmente" di sera.
Per le province confermato lo stralcio delle norme che chiudevano quelle con meno di 300mila abitanti perché la materia sarà trattata in un ddl costituzionale. Passa subito invece il dimezzamento dei consiglieri provinciali.

Avanti senza fiducia
Quanto all'iter parlamentare della manovra c'è da segnalare la rassicurazione arrivata dal segretario Pdl, Angelino Alfano, sull'iporesi di ricorrere alla fiducia: «Intendiamo fare un ragionamento concreto e costruttivo con le opposizioni su due questioni: la spending review che é una modalità di controllo del funzionamento della spesa statale, proposto dal Pd in commissione al Senato, e le revisioni delle circoscrizioni giudiziarie su cui si potrebbe arrivare a un punto di intesa con l'Udc nel dibattito parlamentare che, peraltro, non prevede la fiducia». Parole che sembrano, quindi, chiudere gli spiragli aperti in precedenza dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani: «Se la fiducia é necessaria, come sempre può essere messa. Mi sembra che il percorso parlamentare sia tutto sommato abbastanza tranquillo».
Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, assicura invece che la manovra correttiva sará approvata «quanto prima, in tempi rapidissimi e a saldi invariati». La maggioranza, ha continuato il ministro, è «intenzionata a rispettare le parole del presidente Napolitano».

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