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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2011 alle ore 15:09.

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Bush applaudito, Obama no
Nei loro interventi a Ground Zero George W. Bush è stato applaudito, Barack Obama no. L'ex presidente della guerra in Iraq ha preso il posto del suo successore sul podio con il sigillo della Casa Bianca e ha attirato acclamazioni dal pubblico ma anche qualche fischio dall'esterno del recinto dove si svolgeva la funzione. Applausi hanno seguito Bush dopo che è sceso dal podio avendo finito di leggere un brano di Abraham Lincoln sui morti per la causa nella Guerra Civile americana: lasciando negli spettatori il dubbio che fossero rivolti non a lui ma all'autore del testo al centro della lettura.

Dal Pentagono
Il segretario alla Difesa, Leon Panetta, ha ricordato che oggi l'America è «una nazione più sicura e più forte» e che i principali terroristi dietro gli attentati sono stati «assicurati alla giustizia». «Non dimenticheremo mai il costo umano pagato da questa generazione»: ci ricorderemo sempre delle vittime dell'11 settembre e degli uomini in divisa che hanno offerto l'ultimo sacrificio per la nazione». Al Pentagono, è intervenuto anche il vice-presidente Joe Biden che ha parlato di «tragedia incommensurabile». «Coloro che erano in questo edificio sapevano che questa era una dichiarazione di guerra da parte di attori senza Stato decisi a cambiare la nostra vita, che credevano che questo terribili atti di terrore avrebbero potuto metterci in ginocchio, piegare il nostro volere, spezzarci». «Ma invece - ha sottolineato Biden - quello stesso istinto americano ha galvanizzato una nuova generazione di patrioti, la generazione 9/1». Due milioni e 800mila si sono arruolati nell'esercito americano dall'11 settembre per «finire la guerra iniziata qui quel giorno. «Non sapevano che l'attacco avrebbe svegliato nu gigante dormiente, che se si aggredisce l'America, l'America si sveglia e risponde».

Inviato della Farnesina in Afghanistan
L'inviato della Farnesina per Afghanistan e Pakistan Francesco Talò ha dichiarato oggi ad ad Herat che lo slogan lanciato dagli americani dopo l'11 settembre 2001, 'Together We Stand' (Insieme ce la facciamo), «è tanto più valido oggi per lo sforzo comune della Coalizione internazionale contro il terrorismo».

Prendendo la parola nella cerimonia commemorativa del decennale dell'attentato alle Torri Gemelle di New York, Talò ha ricordato che quel giorno era presente a New York in un palazzo a lato delle Torri ed ha aggiunto che «a quella frase se ne può aggiungere un'altra: insieme possiamo lavorare per un futuro migliore».

Davanti a militari americani, italiani, spagnoli e al comandante del contingente, generale Carmine Masiello, l'inviato italiano ha sottolineato che «il vostro sacrificio in questo sforzo comune è decisivo».

Dopo la visita in Pakistan ed i contatti ad alto livello a Kabul, fra cui quello con il presidente Hamid Karzai, Talò, accompagnato dal ministro Nicoletta Bombardiere, responsabile dell'unità Afghanistan della Farnesina, ha intrapreso l'ultima tappa della sua visita, incontrando oggi ad Herat Maria Bashir, procuratore della repubblica di Herat City ed unica donna afghana a ricoprire questo incarico, e il governatore della provincia, Daud Shah Saba.

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