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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2011 alle ore 20:50.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2011 alle ore 16:41.

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di Vittorio Da Rold
Cosa insegna la crisi greca all'Italia? Pur considerando le peculiarità della vicenda ellenica, che consiste in una storia di conti truccati, clientelismo sfrenato, corruzione oltre la media europea, in un'Olimpiade del 2004 superiore alle forze del paese e nella mancanza di un robusto settore manifatturiero privato, rivolto all'export, ci sono alcune lezioni che possono essere apprese.

1) TROPPI DIPENDENTI PUBBLICI. Le dimensioni dell'apparato pubblico non possono superare una soglia superiore alla capacità del paese di sopportarla. I dipendenti pubblici greci a contratto indeterminato (esclusi quelli a contratto determinato che nessuno sa ancora quanti siano esattamente) sono arrivati a 750mila su 5 milioni di abitanti attivi e una popolazione di dodici milioni complessiva. Secondo la troika, i funzionari della Ue, Fmi e Bce, ne basta il 20% in meno, cioè 600mila. Ora entro il 2015 ne devono uscire 150mila, 30mila entro fine anno.

2) GIUNGLA RETRIBUTIVA. In Grecia ogni ministero faceva a proprio modo garantendo indennità particolari. Così un usciere del ministero delle Finanze guadagnava anche il 40% in più di quello dell'Istruzione o del Turismo. Ora la troika chiede l'istituzione di un Ufficio centralizzato per il pagamento degli stipendi di tutti gli impiegati statali. In questo modo il 15% del totale, cioè 100mila dipendenti avranno lo stipendio ridotto del 40% con un risparmio di un miliardo di euro all'anno.

3) ABOLIZIONE DELLE PROVINCE. Dopo anni che se discuteva è entrato in vigore il progetto Kallicrates, l'architetto del Partenone. A novembre 2010 Atene ha ridotto il numero dei rappresentanti delle province. La riforma (Kallikrates) dell'organizzazione statale ha eliminato le 57 province sostituendole con 13 macroregioni e ha ridotto accorpandoli il numero dei municipi da 1.034 a 325. A Corfù ad esempio da 13 sindaci ne è rimasto uno solo. Il 20 giugno 2011 il premier socialista George Papandreou ha rilanciato la proposta di un referendum per decidere una riforma della Costituzione tesa a rivedere il sistema elettorale e abolire privilegi e immunità per ministri e deputati. Nella riforma sarebbe compresa una riduzione dei deputati dagli attuali 300 a 200. Senza dimenticare che in Grecia c'è una sola camera dei deputati. Noi siamo l'unico paese che ha un'organizzazione centrale, regionale, provinciale e comunale e di quartiere, tutta insieme, con la moltiplicazione delle poltrone. In Germania, stato federale le province non hanno rappresentanza politica e le regioni sono macroregioni (non esistono cioè micro-regioni clientelari come il Molise o la Valle d'Aosta).

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