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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2011 alle ore 19:26.

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Un momento della partita dei mondiali di rugby Irlanda-Italia all' Otago Stadium di Dunedin (LaPresse)Un momento della partita dei mondiali di rugby Irlanda-Italia all' Otago Stadium di Dunedin (LaPresse)

DUNEDIN - Giornata malinconica, per gli azzurri del rugby, che hanno lasciato l'albergo Mercure Lodge di Dunedin. La destinazione sperata era Wellington, sede del quarto di finale che avrebbe potuto vedere impegnata l'Italia, ma il volo da affrontare è molto più lungo e si concluderà in patria.

Conclusione amara, non solo per la sconfitta con l'Irlanda, che non è venuta certo a sorpresa, ma soprattutto per il modo in cui questa sconfitta è maturata. Il secondo tempo (concluso con un parziale di 27-0 per i verdi) ha visto in campo una squadra senza idee e senza tenuta fisica. Una squadra rassegnata, che, una volta subite due mete in avvio di ripresa, non è più stata capace di reagire. Un calo fisico e mentale davanti ad avversari che comunque hanno confermato la loro forza, quella che ha permesso loro di battere addirittura l'Australia, creando una delle poche vere sorprese della prima fase dei Mondiali.

Italia bocciata, dunque. La dice lunga anche il fatto che contro le due squadre più importanti non ha segnato nemmeno una meta, chiudendo con passivi simili: 32-6 dall'Australia e 36-6 dall'Irlanda. E non può consolare il fatto che la squadra di Nick Mallett (da ieri ex commissario tecnico, con il francese Jacques Brunel in arrivo) abbia in entrambi i casi resistito un tempo. Passa l'Irlanda, dunque, con una serie di quattro vittorie su quattro partite. Alla faccia di chi riteneva che questa squadra fosse ormai costituita da giocatori vecchiotti, mentre in realtà il rinnovamento andava avanti garantendo una fusione tra freschezza ed esperienza che ha dato ottimi frutti. Il pre-Mondiale fiacco non aveva un reale significato e ora gli uomini di Declan Kidney vengono visti come l'outsider che potrebbe anche far saltare qualsiasi pronostico. Ma intanto c'è da battere un Galles che si è dimostrato a sua volta in forma eccellente e che cercherà di centrare quelle semifinali che ha disputato solo nel 1987 (mentre l'Irlanda non ci è mai arrivata).

Chi la spunterà affronterà in semifinale la vincente tra Inghilterra e Francia, il che significa che in finale andrà senz'altro una squadra europea. Inghilterra favorita nei confronti di una squadra transalpina con i nervi a fior di pelle (a partire dall'allenatore Marc Lievremont, già sicuro di essere sostituito da Philippe Saint-André), che riesce a passare il turno pur avendo in bilancio due vittorie e due sconfitte, proprio come l'Italia. Preoccupante soprattutto l'ultima débacle con Tonga, che avrebbe anche potuto imporsi con uno scarto maggiore e con quattro mete all'attivo: in questo caso gli isolani avrebbero clamorosamente eliminato la Francia e sarebbero arrivati per la prima volta ai quarti di finale. D'altronde, anche l'Inghilterra è stata a un certo punto in bilico, essendosi trovata in svantaggio con la Scozia 12-3, un punteggio che avrebbe condannato i bianchi all'uscita prematura. Ma prima Wilkinson (che era partito male nei calci) ha ridotto lo svantaggio, poi Ashton ha segnato la meta del sorpasso, che corrisponde al suo sesto successo personale e lo colloca in testa alla graduatoria dei metamen.

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