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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2011 alle ore 23:06.
L'ultima modifica è del 09 novembre 2011 alle ore 11:42.

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Nel Pdl Lupi apre a un governo di emergenza nazionale, Vitali vuole evitare le elezioni anticipate
«Le strade sono due: il voto anticipato o un governo di emergenza nazionale ampiamente condiviso che non può però essere composto da transfughi o singoli ma dai partiti». Il vicepresidente della Camera
Maurizio Lupi del Pdl apre all'ipotesi di un «governo di emergenza nazionale» ma con condizioni precise. «Io sono per votare immediatamente», ha detto, invece, il ministro Altero Matteoli. Per il ministro «in una situazione di crisi il corpo elettorale deve assumersi la responsabilità di chi governa». Il ministro approva la possibili rispetto all'ipotesi che le camere lavorino anche sabato e domenica per varare la legge di stabilità: «mi pare giusto». E dice possibile l'ipotesi di Cdm convocato in serata. Da parte sua Luigi Vitali, componente del Direttivo Parlamentare del Pdl, si aspetta «un gesto di grande responsabilità da parte del presidente Berlusconi: favorire la nascita di un nuovo Governo con la più ampia maggioranza possibile, al fine di adempiere agli impegni che egli, per conto dell'Italia, ha assunto con l'Europa; tentare qualche urgente riforma costituzionale (tipo la riduzione dei parlamentari) e modificare la legge elettorale consentendo il potere di scelta agli elettori»

Passa il ddl di assestamento, ma scendono i numeri della maggioranza
Scendono ancora i numeri della maggioranza alla Camera con l'assestamento di Bilancio che passa con 294 voti favorevoli e uno contrario. Per la verità anche il numero legale era in difetto di due voti, ma è una norma regolamentare ricordata all'Aula da Gianfranco Fini a farlo scattare ugualmente "salvando" il provvedimento sul quale, come si ricorderà, le opposizione avevano preannunciato di non partecipare al voto per farlo passare e, contemporaneamente, segnalare ancora lo stato dei numeri della maggioranza.

Imprese: approvare in settimana la legge di stabilità
Approvare la legge di stabilità in settimana e subito dopo occorre «dare il via all'azione forte e determinata di un Governo di emergenza nazionale, con un'ampia base parlamentare». Lo chiedono le imprese in una nota congiunta sottoscritta da Abi, Ania, Cooperative italiane, Confindustria e Rete Imprese Italia. «Occorre - si sottolinea - che già nelle prossime ore i mercati e la comunità internazionale percepiscano che si va concretamente delineando questa soluzione della crisi politica». L'Italia, secondo le imprese, «ha tutti i mezzi, le condizioni, le risorse economiche e morali per farcela».

Napolitano: arbitrare la crisi di governo
Il capo dello Stato - nel discorso che ha tenuto al Quirinale in occasione della celebrazione della giornata dello spettacolo - ha sottolineato che «abbiamo bisogno di decisioni presto e via via nei prossimi anni che diano il senso di una rinnovata responsabilità e coesione nazionale: è il messaggio che abbiamo lanciato con le celebrazioni del 150esimo dell'Unità d'Italia e dello sforzo che mi guiderà anche nell'arbitrare la crisi di governo che sta per aprirsi».

Riforme e scelte severe nell'uso delle risorse
Questa mattina il capo dello Stato aveva sottolineato che l'Italia deve «riguadagnare credibilità e fiducia come Paese» per «uscire da una stretta molto pericolosa sui titoli del nostro debito pubblico nei mercati finanziari e sulle condizioni dei nostri istituti di credito». Occorrono «scelte severe nell'uso delle risorse» e riforme, «spesso annunciate e sempre mancate» per uscire dalla crisi. Servono «nuovi comportamenti anche nelle istituzioni e da parte delle forze politiche». Per tirarci fuori dalla condizione critica e allarmante in cui ci troviamo, ha sotolineato il capo dello Stato, «occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, che si crei un clima di confronto più aperto e obiettivo, ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e alle loro possibili soluzioni». Abbiamo bisogno «di decisioni presto, e via via nei prossimi anni - ha aggiunto Napolitano - che diano il senso di una rinnovata responsabilità e coesione nazionale».



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