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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2012 alle ore 10:34.

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Roma 2020, Monti dice no: «Scelta di responsabilità»Roma 2020, Monti dice no: «Scelta di responsabilità»

«Il Governo non si sente di assumere l'impegno della garanzia. Non è una bocciatura del progetto. Solo, abbiamo ritenuto di dover essere molto responsabili in questo momento della vita italiana. E non vogliamo che chi governerà l'Italia nei prossimi anni si trovi in una situazione di difficoltà». Parole del presidente del Consiglio, Mario Monti, che ha detto no alla candidatura dell'Italia per le Olimpiadi 2020. Entro la mezzanotte di mercoledì, infatti, scadeva il termine per la consegna al Cio delle lettere di garanzia con le quali il Governo si sarebbe dovuto impegnare a sostenere i costi dell'organizzazione dei Giochi olimpici. Ora restano in gara per ospitare tra otto anni i Giochi cinque città: Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku.

Il pressing per il sì è stato fortissimo, ma le perplessità del premier Mario Monti sono rimaste fermamente ancorate alla situazione finanziaria del Paese. Troppo elevati i fondi per realizzare il sogno olimpico. Si stimava fossero necessari 9,8 miliardi, di cui 4,7 finanziati con fondi pubblici. In base alla relazione di compatibilità di Marco Fortis, i Giochi avrebbero creato 170mila posti di lavoro nell'arco di 14 anni e una crescita del Pil dell'1,4 per cento. «Almeno in parte - ha ricordato in serata il presidente del Consiglio italiano a Rapporto Carelli su Sky - il progetto delle Olimpiadi di Atene nel 2004 ha contribuito al dissesto finanziario della Grecia. E questa è una delle considerazioni che ci hanno guidato a essere prudenti». Ecco la cronaca della giornata.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha considerato «con la massima attenzione le preoccupazioni e le ragioni» del no del Governo alla candidatura di Roma. Napolitano ha sostenuto però che «non mancheranno» altre iniziative per valorizzare lo sport italiano. Plaude invece il leader della Lega Umberto Bossi: «Ottima la decisione di Monti - ha commentato a Montecitorio -, la condivido in pieno, a Roma fanno solo casino». Bossi ha poi concluso con una battuta: «Potevano darle quelle invernali». Di segno contrario il commento del presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Come italiano sono dispiaciuto. Ma è del tutto evidente che la decisione è esclusivamente di carattere finanziario».

Tra i partiti il Pdl chiede che Monti riferisca in Aula alla Camera sulla decisione di negare le garanzie economiche alla candidatura di Roma per i Giochi olimpici del 2020. Stoppare la candidatura di Roma, ha detto in Aula il capogruppo Fabrizio Cicchitto, «è una decisione che ha l'appoggio di una parte dell'opposizione ma su cui noi non siamo d'accordo. Chiedo che il governo quanto prima venga a riferire le ragioni di questa scelta in modo che possiamo aprire un dibattito in merito». E per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, quella della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 è una «occasione sprecata». Non può passare l'idea - ha aggiunto - «che l'Italia sia un Paese senza fiducia e senza speranza nel futuro». Ma è subito scontro con la Lega, che attacca gli ex alleati per il sostegno alla Capitale.

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