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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2012 alle ore 13:02.

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Lunga vita all'euro, che piaccia o no. Quello che arriva da Cernobbio, dove questa mattina si chiude il workshop Ambrosetti, forse non è un auspicio ma una quasi unanime previsione: il 90% dei 200 economisti e uomini d'impresa presenti al forum è infatti convinto che la moneta unica sopravvivrà almeno per i prossimi tre anni.

Se il rischio di una morte prematura dell'euro sembra dunque ormai ampiamente superato, resta però il problema del cambio: per questo la metà esatta della platea di Cernobbio pensa, o forse più esattamente spera, che a settembre si scenda sotto l'attuale rapporto di 1,33 euro per un dollaro. Il 35,3% prevede invece stabilità, mentre l'8,8% arriva a prefigurare addirittura una crescita.

Come già nella giornata di ieri la sensazione è che per uscire da questa prolungata fase di stagnazione dell'economia europea serva uno sforzo in più dalla politica, soprattutto di quella che si fa a Bruxelles visto che in ballo c'è il futuro del Vecchio continente. A poche ore dall'accordo per il rafforzamento del fondo salva-stati a dominare sono le politiche comunitarie, e non a caso, per il 33,9% dei presenti a Cernobbio la priorità dell'Unione è una maggiore convergenza nelle politiche di budget e sul fisco; segue l'efficienza delle istituzioni europee, prioritaria per il 25,1% del parterre, e l'accelerazione degli investimenti nella ricerca e sviluppo, secondo il 22,2 per cento. Solo il 14,6%, invece, vede nella riforma del mercato del lavoro il primo punto all'ordine del giorno.

Per il resto, qui a Cernobbio il confronto resta aperto sulla lettura dei tempi che ci aspettano: l'apocalisse prefigurata da Nouriel Roubini o la ripresa trainata dagli Stati Uniti e dai BRICs che vede Jim O'Neill di Goldman Sachs? Il dibattito resta aperto, così sono tante e diverse le opinioni sullo stato di salute della grande Cina: ieri quando l'economista cinese Jing Urlich, tra le donne più potenti a Pechino, ha domandato chi si attenda una brusca frenata da parte della Cina, solo una mano si è alzata in sala, proprio quella di Roubini.

Oggi al workshop Amborsetti si parla di Europa (i lavori sono stati introdotti da Antonio Tajani, vice presidente della commissione europea) e casa nostra, con l'ultima sessione dedicata a individuare un'agenda con Emma Marcegaglia e Corrado Passera.

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