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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2012 alle ore 19:45.
L'ultima modifica è del 04 aprile 2012 alle ore 17:58.

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Ore 17.45 - Monti e Fornero rispondono alle domande dei giornalisti
«Sulla base della Costituzione vigente della Repubblica italiana, una persona che presiede questo governo di cui il ministro Fornero fa parte, potrebbe neppure se preso da follia licenziarla». Così il premier Mario Monti, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, circa le parole del ministro del Lavoro che poco prima aveva detto: «saranno gli italiani a stabilire se vado licenziata». Quanto all'ipotersi di un Governo Monti bis per il 2013, Monti spiega: «Considererò segno di progresso del Paese il fatto che non ci sia più bisogno di soluzioni inconsuete. Sono impegnato al meglio per soddisfare le necessità del Paese in questa fase, credo che sarò comunque abbastanza esaurito nella volontà di proseguire in una fase ulteriore».

Ore 17.25 – Comunicare bene la parte dei licenziamenti
Sull'articolo 18 il Governo ha proceduto ad una sorta di «spacchettamento», spiega Fornero. Il governo ha individuato tre tipologie di licenziamento: «oggettivo, disciplinare e discriminatorio». Sul discriminatorio, sottolinea, c'è una tutela costituzionale «e deve restare»; il disciplinare prevede che «il giudice decida, e scelga tra indennizzo da 12 a 24 mensilità e reintegrazione». Il ministro sottolinea anche l'importanza di «comunicare bene» la parte della riforma sui licenziamenti che «tocca il tema dei diritti dei lavoratori, un tema di sensibilità». Bisogna avere, conclude, «grande rispetto per le sensibilità dei lavoratori ma dobbiamo raccontare le cose con equilibrio e senso della misura».

Ore 17.35 - Processo speciale per il licenziamenti
Il ddl – sottolinea ancora Fornero - prevede un rito che accelera il percorso davanti al giudice in caso di licenziamento legittimo, senza incidere sui diritti del lavoratore «Per le cause di lavoro sui licenziamenti - spiega Fornero - sarà previsto un processo speciale abbreviato rispetto ai normali processi: «Si accelera il percorso del giudice verso la sentenza».

Ore 17.30 – Sul licenziamento per motivi economici
Poi il ministro passa ad occuparsi del il licenziamento oggettivo per cause economiche. Il Ddl, spiega, «prevede che in caso di manifesta insussistenza del motivo economica il giudice possa decidere il reintegro nel posto di lavoro, negli altri casi vale l'indennizzo. Il motivo economico è quello che consente all'impresa un aggiustamento al margine di personale e manodopera: attestarci sulla reintegrazione anche per questo motivo avrebbe dato spazio ad una concezione proprietaria del posto di lavoro, come spesso dice il giuslavorista Ichino».

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