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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2012 alle ore 09:31.

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Chissà se sarà davvero la serata delle contestazioni e della "resa dei conti", come si vocifera in queste ultime ore, o se prevarrà, tra i militanti, la riscossa dell'Orgoglio padano. Una cosa, intanto, appare certa. Il raduno che si terrà questa sera alla Fiera nuova di Bergamo, e che ha come logo le scope simbolo di pulizia, aprirà la partita cruciale della successione all'ex leader maximum Umberto Bossi. Riflettori puntati, dunque, su Bergamo e sulla manifestazione delle «scope», dei leghisti che chiedono di fare pulizia. Roberto Maroni in primis, l'unico che dovrebbe prendere la parola. La decisione sarebbe stata presa, nel corso del vertice del triumvirato composto, oltre che dallo stesso Maroni, da Manuela Dal Lago e da Roberto Calderoli, che si sta tenendo in via Bellerio. Resta ancora l'incognita di Umberto Bossi, se parteciperá alla serata e, soprattuto, se prenderà la parola.

Il senatùr probabilmente ci sarà, ma intanto ieri ha dovuto fare i conti con l'annuncio delle dimissioni da consigliere regionale lombardo di suo figlio Renzo Bossi, il «Trota», del quale in tanti continuano a chiedere l'espulsione dalla Lega.

Si indebolisce, a questo punto, anche la posizione di Rosy Mauro, la vicepresidente del Senato, altra esponente del «cerchio magico» dei fedelissimi di Bossi coinvolta nelle presunte distrazioni di fondi del partito per uso privato.

L'accelerazione della crisi leghista
A dare la spinta definitiva per il passo indietro di Renzo Bossi è stata forse l'intervista choc al settimanale Oggi del suo autista e bodyguard Alessandro Marmello: «Non ce la faccio più, non voglio continuare - ha raccontato - a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo».

L'accelerazione della crisi leghista nelle ultime ore dimostra forse che, nonostante il suo attivismo degli ultimi giorni, il vecchio leader dimissionario non ha più le forze per arginare la slavina che ha travolto la sua famiglia e lo ha costretto ad allentare la presa sul partito: Renzo, ha commentato il senatùr, cercando disperatamente di minimizzare, «ha fatto bene, erano due o tre mesi che mi diceva che era stufo di stare in regione». Quanto alle richieste di espulsioni, un Bossi visibilmente provato si è limitato a commentare: «Poi vediamo».

Il giorno della «resa dei conti»
La resa dei conti è solo all'inizio e il grande promotore del raduno di Bergamo, Maroni, ha il pallino in mano. Sul suo profilo Facebook campeggia da domenica un avvertimento: «Pulizia pulizia pulizia, mi sono francamente rotto di Cerchi Magici e Culi Nudi», allusione quest'ultima alle performance canore di Pier Moscagiuro, amico e collaboratore di Rosy Mauro.

I suoi spingono sull'acceleratore della pulizia interna: «Io - dice Massimo Garavaglia - al posto di Rosy Mauro mi sarei già dimesso». E Matteo Salvini, commentando il passo indietro del Trota: «Penso e spero che tutti gli altri abbiano la responsabilità di dimettersi per tempo».

Si apre la partita della successione
Ma la partita non riguarda solo l'emarginazione dell'ex cerchio magico. È tutta da giocare anche la sfida della successione al leader dimissionario, per la quale Maroni è in pole position ma non può avere ancora certezze. Non a caso, la sfida alle sue ambizioni arriva dal segretario veneto Giampaolo Gobbo, sindaco di Treviso, segretario della Liga veneta e storico rivale del sindaco di Verona Flavio Tosi, ultrà maroniano.

Gobbo ha lanciato per l'eredità di Bossi il governatore veneto Luca Zaia, che si era tirato fuori dalla corsa con alcune dichiarazioni nei giorni scorsi.
Ma per Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso «siamo tutti militanti e se la Lega chiama, bisogna rispondere». A dimostrazione che per vincere, oggi, Maroni dovrà stare attento a non farsi prendere dalla tentazione di voler stravincere. Dalla sua ha il fuoco che anima la base leghista: solo lui, ora, può proteggere Umberto Bossi dal rischio dell'ultimo sfregio, le contestazioni dei militanti. E Salvini garantisce: «In vent'anni di storia di Lega non c'è mai stato nessun episodio di violenza» e quindi a Bergamo ci sarà solo «tanta gente che chiederà e pretenderà pulizia».

Oggi si è riunito il triumvirato
E questa mattina è in corso la riunione del triumviri a cui è stata affidata la gestione della Lega Nord dopo le dimissioni di Umberto Bossi. Maroni, Calderoli e Dal Lago potrebbero decidere di anticipare il congresso del partito già fissato per il prossimo autunno. Le assisi del Carroccio, in questa eventualità, si svolgerebbero prima dell'estate, subito dopo le elezioni amministrative del 6 maggio. È in quella occasione che si eleggerà il nuovo segretario, ruolo a cui aspira Maroni ma che potrebbe vedere in lizza anche Luca Zaia, governatore del Veneto, nonostante le smentite dei giorni scorsi.

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