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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2012 alle ore 15:48.

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L'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito (Imagoeconomica)L'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito (Imagoeconomica)

Non si sa che fine abbiano fatto i cinque chili di lingotti d'oro e i diamanti acquistati dall'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, alla fine dello scorso anno. Un investimento che dovrebbe aggirarsi attorno ai 300mila euro e che sembra essersi volatilizzato. I magistrati della procura di Milano che indagano sui conti del Carroccio li stanno cercando, ma finora non li hanno trovati.

Per questo il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e i sostituti procuratori Roberto Pellicano e Paolo Filippini hanno intenzione di accertare se esistano cassette di sicurezza intestate alla Lega Nord o allo stesso Belsito, dopo aver acquisito la documentazione dei conti correnti nelle filiali di otto banche. I flussi e le movimentazioni dei conti riconducibili alla Lega Nord, a Belsito e al suo predecessore nella tesoreria del partito, Maurizio Balocchi, vengono esaminate in questi giorni dagli investigatori della Guardia di Finanza.

Sull'acquisto dell'oro, le indagini hanno accertato che nel dicembre 2011 i lingotti sono stati comprati con assegni circolari della Lega Nord dalla società 8853 di Pero, alle porte di Milano, e che sarebbero stati consegnati al partito. Per portare a termine l'investimento in diamanti (circa 100mila euro) Belsito ha invece dovuto trasferire i fondi della Lega Nord sui suoi conti personali e poi acquistare le pietre dalla Internmarket Diamond Business. L'operazione di acquisto dei diamanti, infatti, non sarebbe consentita alle persone giuridiche ma soltanto alle persone fisiche. Gli inquirenti, però, si chiedono perché mai un movimento politico abbia sentito la necessità di investire i soldi del finanziamento pubblico in oro e diamanti.

Le indagini proseguono a 360 gradi anche per individuare eventuali fondi neri all'interno del partito. Finora soltanto la segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, interrogata dai pm il 3 aprile, ha raccontato un episodio che si riferisce a soldi in nero (20 milioni di lire) consegnati qualche anno fa da Umberto Bossi all'ex tesoriere Balocchi.

Qualche elemento chiarificatore sulla reale gestione dei conti di Belsito e di Balocchi potrebbe arrivare dai documenti contabili che la Lega Nord dovrà consegnare alla procura di Milano in base all'ordine di esibizione notificato alcuni giorni fa al nuovo tesoriere del Carroccio, Stefano Stefani. L'accordo tra i pm e il nuovo responsabile amministrativo del partito prevede che i documenti verranno consegnati di volta in volta in base alle esigenze degli inquirenti.

Intanto il Sinpa, il sindacato padano fondato da Rosy Mauro (espulsa nel frattempo dal partito) fa sapere in una nota che l'organizzazione «esiste» e ha «una contabilità assolutamente regolare». Mercoledì scorso, quando i militari della Guardia di Finanza si sono presentati nella sede centrale del sindacato per acquisire la documentazione relativa alla contabilità, sono tornati indietro a mani vuote. È anche possibile che i documenti possano essere già stati acquisiti dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico che all'inizio di aprile avevano perquisito il Sinpa su ordine della procura di Napoli. La segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, ha sostenuto in un interrogatorio che lo scorso anno il Sinpa ha ottenuto un finanziamento di 60mila euro.

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