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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2012 alle ore 14:36.

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Intervista con Romano ProdiIntervista con Romano Prodi

La Cina in pochi anni ha mischiato le carte della geopolitica del continente.
La Cina fa un'opera di trascinamento e gli europei hanno capito che se non ci si mette insieme l'Africa va tutta alla Cina… Allora di fronte a questa prospettiva occorre una politica per l'Africa che guardi a tutto il continente. Una concorrenza virtuosa è condizione indispensabile per lo sviluppo africano. Una concorrenza necessaria anche alla Cina perché si tenga lontana da vizi di neocolonialismo

Veniamo alla vecchia Europa. Oggi la Francia sceglie il suo presidente. François Hollande ha già detto quale sarà la sua ricetta in caso di vittoria: l'Europa deve fare politiche che puntino alla crescita e non solo sul rigore. Il cambiamento in Francia può essere l'inizio di un cambiamento necessario nella Ue?
Il cambiamento in Francia e in Europa è indispensabile. La Francia deve riprendere il suo ruolo di cemento comunitario con l'Italia e con la Spagna. Un asse a tre che non si oppone alla Germania – nessuno fa questo discorso – ma propone alla stessa Germania e all'Europa un progetto di rilancio credibile. Bisogna considerare che continuando con questa politica basata sull'austerità, solo sull'austerità, andiamo a finire in malora. L'Europa rischia di avere dei problemi gravissimi.

Hollande propone anche una tassa patrimoniale del 75% sui milionari.
Io so che il capitalismo basato solo sulla finanza mette fuori gioco l'economia reale. Sono aspetti deteriori su cui ragionare.

In questo senso potrebbe aiutare la sua proposta lanciata dalle colonne del Sole 24 Ore di creare degli eurobond per finanziare le infrastrutture europee?
L'importante è muoversi. Se si vuole che la parola crescita abbia un significato bisogna che si passi a un rafforzamento sostanzioso dei poteri della Banca centrale europea e all'emissione dei tanto citati eurobond.

L'Europa è ferma. In ciò ha una responsabilità anche il suo successore alla guida della commissione europea Barroso?
Rispondo da italiano, come si diceva per don Abbondio: «Il coraggio se uno non ce l'ha non se lo può dare».

Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha detto che non si ricandiderà lamentando l'influenza eccessiva dell'asse franco-tedesco.
Ha ragione. Lo ripeto: Francia, Italia e Spagna devono fare un asse a tre per rilanciare l'Europa, aiutando la Germania a non fare tutto da sola.

Dopo Juncker alla guida dell'Eurogruppo sembra possa arrivare il ministro tedesco dell'Economia Wolfgang Schauble, l'uomo sulla sedia a rotelle che tiene in piedi l'Europa…
Quando ero presidente della Commissione era un grande europeista. Mi aspetto qualcosa di buono da lui.

Schauble vorrebbe tassare le transazioni e le rendite finanziarie. Un tentativo di limitare le mosse speculative sul debito europeo. I tedeschi la vogliono, gli inglesi no.

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