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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2012 alle ore 19:00.
L'ultima modifica è del 27 luglio 2012 alle ore 13:34.

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Ilva, il presidente Ferrante: restiamo a Taranto. Momenti di tensione con gli operai. Presto accordi per la bonificaIlva, il presidente Ferrante: restiamo a Taranto. Momenti di tensione con gli operai. Presto accordi per la bonifica

Riccardi: Governo preoccupato per le ricadute occupazionali
«Siamo molto preoccupati» della situazione che si é creata a Taranto con l'interruzione di attività dell'Ilva, «bisogna fare in modo che non ci siano conseguenze sui lavoratori e sull'economia pugliese«. Lo afferma il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, rispondendo ai giornalisti all'uscita da palazzo Chigi.

Clini a Radio 24: se l'impresa chiude il risultato di certo non è positivo
«Abbiamo la possibilità concreta di seguire esattamente quello che è già stato previsto e già stato stabilito prima ancora che la magistratura intervenisse. La situazione attuale suggerisce caldamente all'impresa di assumere un atteggiamento più collaborativo con le amministrazioni e di non resistere alle prescrizioni e alle misure che sono state indicate per il risanamento dell'Ilva», ha affermato a Radio 24 il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, tornando sul sequestro di parte dello stabilimento Ilva di Taranto.

«Dall'altra parte, come ministro mi assumo la responsabilità di modificare, dove serve e dove è giusto, un atteggiamento, diciamo un po' barocco, dell'amministrazione che spesso, e non solo per il caso Ilva, lega le autorizzazioni ambientali a condizioni che non sono fattibili». Dobbiamo fare in modo, ha detto il ministro, che le misure che l'azienda deve prendere per aggiornare le tecnologie e migliorare l'efficienza degli impianti, «siano compatibili con la competitività dell'impresa stessa perché, se altrimenti l'impresa deve chiudere perché non ha risorse e le possibilità di corrispondere alle prescrizioni ambientali, di certo il risultato non è positivo».

Regole dettagliate per l'Ilva per la revoca parziale del sequestro
Sui provvedimenti che l'Ilva di Taranto potrebbe prendere per arrivare a una revoca parziale del sequestro, almeno per quanto riguarda la facoltà d'uso degli impianti, «il gip è stato molto dettagliato: si tratta di prendere dei provvedimenti seri che possano permettere una seria valutazione su cosa fare per evitare in futuro un problema ambientale», ha detto il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Lecce, Giuseppe Vignola in conferenza stampa a Taranto.

Sulla questione, il comandante del comando provinciale dei carabinieri di Taranto, Daniele Sirimarco, ha spiegato che gli interventi di cui parla il Gip nel provvedimento di sequestro, sono «interventi tecnici che comportano delle spese e dei costi, da fare all'interno di una azienda che è anche molto grande: sono interventi - ha aggiunto - che vanno portati prima all'attenzione degli organismi tecnici competenti che li devono valutare e approvare. L'area è vastissima - ha concluso - e ci sono tanti punti in cui è emerso, sia nell'attività dei 40 giorni di monitoraggio che durante gli accessi fatti in azienda, che è necessario intervenire. Negli accessi, ad esempio, abbiamo riscontrato che in alcuni punti non c'è il rispetto totale della normativa vigente, ad esempio in materia di emissioni».

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