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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2012 alle ore 18:16.

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La seconda azione è volta a migliorare gli standard di valutazione e la loro trasparenza. Non si tratta di togliere i finanziamenti a chi non produce. Si tratta di premiare chi produce e di sollecitare chi è rimasto dietro a riflettere sulle proprie carenze, per tornare a essere competitivo.
Infine, con la terza azione miriamo a ricostruire i grandi aggregati di competenze nazionali, che per noi sono strumentali non solo alla "specializzazione intelligente" dei territori – vuol dire che ciascun territorio potrà e dovrà produrre il tipo di sapere per cui è più adatto – ma anche all'identificazione di cluster innovativi. In questo modo non mortifichiamo la possibilità di far nascere, anche dal nulla, nuovi saperi e capacità.

IL LAVORO
Assieme alla scuola, il lavoro occupa una posizione centrale nelle azioni presenti e future di questo Governo. La riforma è, e resta, il perno centrale della nostra azione.
Con la riforma abbiamo migliorato la qualità dell'occupazione per liberare tanti giovani dal labirinto della precarietà attraverso la definizione di un percorso professionale che consentisse loro di intravedere un futuro lavorativo e, magari, la possibilità di migliorare la loro posizione sociale. Il Ministro Fornero ha sintetizzato perfettamente il concetto. Si tratta – e sto citando – "di scommettere sul genio italiano, lavorando per ampliare gli spazi di tutti i giovani e le giovani donne".
Un percorso di carriera che, secondo noi, dovrebbe cominciare prima della laurea con uno stage, per poi proseguire con un contratto di apprendistato, che abbia una durata minima di sei mesi e assicuri la garanzia di una formazione adeguata a imparare un mestiere, e infine trasformarsi, per quelli che lo hanno meritato, in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Abbiamo creato le condizioni per rendere effettivo e conveniente questo percorso ai lavoratori e alle imprese.
Ai primi cerchiamo di garantire tempi ridotti di transizione tra scuola e lavoro e tra disoccupazione e occupazione. La transizione, nel mercato del lavoro che abbiamo creato, dev'essere sempre da un'attività a un'altra. È il solo modo per far sì che il lavoratore si arricchisca durante il cammino e il tessuto imprenditoriale non disperda nulla – anzi, si avvantaggi – di questo miglioramento. Al tempo stesso, siamo intervenuti con la radicale modifica del sistema degli ammortizzatori sociali. La direzione è, nuovamente, quella della creazione di un modello di tutele più universalistico e più finalizzato all'occupazione.
Per quanto riguarda le imprese, abbiamo concentrato gli incentivi contributivi sul contratto di apprendistato e abbiamo riconosciuto un importante sgravio dell'IRAP per le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani e donne nelle regioni meridionali. Con il decreto sviluppo, poi, abbiamo introdotto un importante credito di imposta per le imprese che assumono a tempo indeterminato i laureati in materie tecniche e i giovani che hanno conseguito un dottorato.

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