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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2012 alle ore 08:03.

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E solo la Germania può essere il fulcro e il motore della risposta europea. Non solo grazie alla riunificazione politica e per la sua capacità di fare le riforme, ma anche per la forza senza precedenti che ha acquisito con la creazione dell'euro. La Germania, per esempio, non ha mai avuto un surplus delle partite correnti così enorme, 200 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi, secondo solo alla Cina, mentre gli Stati Uniti hanno un deficit di oltre 450 miliardi.

Perché, nonostante tutto questo, l'Europa è oggi considerata il malato dell'economia mondiale? Perché non siamo uniti. La nostra sovranità è limitata dal fatto che le nostre politiche sono dominate dalla paura della speculazione internazionale. Solo gli Stati Uniti e la Cina sono totalmente immuni da questo pericolo. Paradossalmente, potremmo concludere che in tutti gli altri Paesi il vero primo ministro, il vero presidente, è Mister Spread. Solo mettendo assieme la nostra sovranità possiamo riconquistarla. Un'Europa forte è negli interessi di tutti noi, e quindi dobbiamo lavorare insieme per un'Europa più forte.
Vi assicuro che l'Italia sta facendo tutto il possibile (e il presidente del Consiglio, Mario Monti, lo ha ripetuto ieri alle Nazioni Unite). Rispetterà tutti gli impegni nei confronti dei partner europei, anche se sappiamo che ci saranno conseguenze in termini di crescita e occupazione.
Abbiamo un obiettivo comune. L'obiettivo di un'Europa forte e unita che Helmut ha voluto e sostenuto così intensamente.

L'Europa è nata da un'idea politica: dare pace, democrazia e prosperità a un continente segnato da secoli di guerre. Ma i suoi progressi non sono stati solo economici: Schengen, Maastricht, l'allargamento e l'euro hanno avuto profonde conseguenze politiche. Ma il vero risultato, fare un passo indietro dalla sovranità nazionale e concentrare le decisioni a livello europeo, sta procedendo molto lentamente e anzi ha innestato la marcia indietro nelle menti degli europei. La crisi ha fatto rimergere risentimenti e stereotipi nazionali che avremmo voluto dimenticare per sempre. L'Europa sta andando nella direzione opposta a quello che era il nostro obiettivo.
I Paesi in difficoltà sanno che c'è una medicina amara da prendere e che questo è inevitabile, ma questo comporta un deterioramento in termini di crescita e di occupazione. Ricreare i presupposti per la crescita dev'essere l'imperativo dell'unione monetaria, dell'unione fiscale, dell'unione bancaria, dell'unione politica. I Paesi in crisi devono sapere che possono contare sulla solidarietà europea, senza abbandonare la linea del rigore.

Abbiamo bisogno di una visione di lungo periodo. Se Helmut avesse pensato solo a domani e non alle generazioni future, non avremmo avuto la riunificazione tedesca, e non avremmo avuto l'euro. Mi conforta sentire Angela Merkel parlare sempre di più di unione politica. Sono convinto che solo la continuità fra la politica di Helmut Kohl e di Angela Merkel possa salvare la Germania e l'Europa, insieme.

Estratto del discorso di Romano Prodi pronunciato ieri a Berlino alle manifestazioni per celebrare il trentennale dall'inizio del cancelleriato di Helmut Kohl

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