Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2012 alle ore 20:27.

My24
(Ansa)(Ansa)

Trentacinque Province in meno. È il taglio secco operato dal Governo sul numero degli "enti intermedi" che risultano così ridotti - nelle Regioni a statuto ordinario - da 86 a 51, comprese le 10 città metropolitane. Con il decreto legge di riordino, approvato oggi a Palazzo Chigi, «si compie un processo di portata strutturale e ordinamentale», ha dichiarato il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, che ha definito l'accorpamento come un «processo oramai irreversibile».

Inoltre, il provvedimento punta - in pieno spirito di spending review - a razionalizzare le competenze, in particolare in materie specifiche per le Province, come la gestione delle strade e delle scuole.
Per il riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale «vedremo in futuro - ha dichiarato Patroni Griffi - visto che la legge sulla spending review concede a questi enti 6 mesi in più di tempo, a parte la Sardegna, che è già passata da 8 a 4 e la Sicilia, che in questo momento è impegnata su altro». Ecco i principali cambiamenti introdotti.

Nuove Province attive dal 2014 - Tra le novità, l'accorpamento di Milano e Monza Brianza e quello di Verona e Rovigo. Accorpate anche Firenze, Pistoia e Prato in un'unica area metropolitana; e costituiranno un'unica grande Provincia anche Lucca, Pisa e Livorno.
L'effettivo riordino delle Province entrerà in vigore dal 1 gennaio 2014; a novembre 2013 dovranno tenersi le elezioni per decidere i nuovi vertici (che, come nuovo ente di secondo livello, secondo quanti previsto dal decreto Salva-Italia, potranno esprimere un consiglio provinciale e il presidente della Provincia, con la relativa soppressione della Giunta).

Giunte provinciali - Dal primo gennaio 2013 saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l'esercizio di funzioni a non più di 3 consiglieri provinciali.

Città metropolitane - A partire dal primo gennaio 2014 diventeranno operative. Si tratta di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Le nuove città metropolitane andranno a sostituire le Province nei maggiori "poli urbani" realizzando così, sottolinea il governo, «il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e tuttavia rimasto finora incompiuto».

Commissari ad acta - Per rendere effettiva la riorganizzazione delle Province, senza altri interventi legislativi, il governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati e adempimenti preparatori «garantiti dall'eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta».

Divieto di cumulo degli stipendi - Il decreto prevede il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi provinciali e comunali. Contestualmente viene confermata l'abolizione degli Assessorati. Gli organi politici dovranno avere, inoltre, sede esclusivamente nelle città capoluogo.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi