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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2012 alle ore 14:35.

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È ancora scontro sulla legge elettorale, mentre nell'intervista prefazione al suo libro «Le parole e i fatti» (bilancio di un anno di governo), pubblicata dal Corriere della sera, il presidente del Consiglio Mario Monti torna a pungolare i partiti affermando che nei sondaggi sembra avere un consenso superiore alle forze politiche.

Quanto alla legge elettorale prosegue il duello Bersani-Casini. «Siamo al lupo e l'agnello in salsa elettorale - ha dichiarato il segretario del Pd -. Veniamo accusati di arroganza da coloro che hanno pensato di procedere a colpi di mano parlamentari sulla legge elettorale. Se si vuole trovare un accordo noi ci siamo. Quello che non accettiamo è di mettere l'Italia all'avventura togliendole ogni possibile governabilità, magari da parte di quelle stesse forze che ci consegnarono il porcellum. Chi, a questo proposito, ci descrive come una forza isolata, mostra di non comprendere la pubblica opinione».

«Bersani vuole un premio per il partito di maggioranza relativa del 10 per cento. Eravamo d'accordo prima, siamo d'accordo oggi, saremo d'accordo domani. In realtà, però, il dibattito di ieri ha dimostrato che molti pensano ad un centro che deve essere subalterno e vassallo della sinistra: non esiste».

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