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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2012 alle ore 19:18.
L'ultima modifica è del 05 dicembre 2012 alle ore 11:54.

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Il Colle rassicura sulla «tenuta istituzionale»
Nel pomeriggio si fa sentire anche il Quirinale. La tenuta istituzionale dell'Italia - dichiara il Capo dello Stato Giorgio Napolitano spinto dal «dovere inderogabile di riaffermarlo pubblicamente», é «fuori discussione». Poi sollecita i partiti a «cooperare per non determinare una precipitosa fine della legislatura», e «concordare» i provvedimenti inderogabili da approvare nelle prossime settimane. Parlando al direttivo dell'Anci in Campidoglio, il presidente assicura l'intenzione di «compiere nelle prossime ore i conseguenti utili accertamenti», ma chiede alle forze politiche una valutazione «obiettiva e serena» sui «tempi necessari e opportuni per una proficua preparazione del confronto elettorale». Nelle sue parole la preoccupazione per le ricadute politiche del caos parlamentare che si registra nelle ultime ore: «Ci sono tensioni politiche pre-elettorali che anche fuori d'Italia possono essere comprese senza suscitare allarmi sulla tenuta istituzionale del nostro paese. Questa tenuta é fuori questione».

In serata Bersani vede Casini
Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, leader rispettivamente di Pd e Udc, fissano intanto un appuntamento alla Camera in prima serata per fare il punto della situazione, alla luce di quanto sta avvenendo intorno alle sorti del Governo Monti. Un incontro di circa tre quarti d'ora, al termine del quale esprimono «grande preoccupazione» per l'evolversi della situazione, anche per le ripercussioni sui mercati di quanto sta accadendo. I timori di Bersani erano emersi anche nel corso della giornata, dopo un vertice con i capigruppo di Camera e Senato allargato al vicesegretario Enrico Letta, al termine del quale il segretario spiega che i vertici Pd ritengono la situazione «Seria, molto seria, grave. Il Pdl sta trasferendo i suoi problemi sul sistema politico. È irresponsabile l'atteggiamento assunto al Senato questa mattina con l'astensione nei confronti del governo. Noi del Pd, come ho del resto ribadito ieri nell'incontro che ho avuto con il presidente Monti, confermiamo la lealtà al governo fino a fine legislatura nonostante i dissensi su alcuni provvedimenti. Noi non abbiamo paura delle elezioni. Richiamiamo il Pdl alle sue responsabilità. Se l'astensione al Senato verrà confermata anche alla Camera assumeremo le valutazioni del caso. Noi del Pd ci apprestiamo invece al dare il nostro voto di fiducia ancora una volta al governo. Il resto si vedrà», conclude.

Schifani: riferirò al Capo dello Stato
Il clima politico è insomma teso. Secondo il presidente dell'Aula di Palazzo Madama Renato Schifani si è verificato «un fatto non indifferente», per questo motivo informerà il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. «Il Pdl - ha attaccato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani - ha trasferito la confusione dentro di sé a una confusione di sistema e questo rischia di tradursi in non affidabilità per il Paese». «Bisogna capire - ha continuato Bersani - se si è trattato di una astensione su un voto o di una astensione politica. Farò il punto della situazione con i capigruppo e staserà si capirà, in un un modo o nell'altro, se la maggioranza c'è». Con i capigruppo l'appuntamento è alle 14 nella sede del partito. Anna Finocchiaro del Pd ha messo in evidenza che «questo governo non ha più la fiducia delle Aule parlamentari. Credo che Monti debba recarsi al Quirinale». Immediata la replica di Maurizio Gasparri (Pdl): «Finocchiaro lasci a noi le valutazioni su quello che avverrà nei prossimi giorni. Non é questo il momento per trarre conclusioni».

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