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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2012 alle ore 19:18.
L'ultima modifica è del 05 dicembre 2012 alle ore 11:54.

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I voti favorevoli in Aula sono stati 167, i contrari 17
Su 167 votanti, i favorevoli alla fiducia al maxiemendamento del Governo al decreto sviluppo sono stati 127, i contrari 17 e gli 23 gli astenuti. Il provvedimento ora torna alla Camera.

Il premier non ha la maggioranza a palazzo Madama
Dal volto sul decreto è emerso dunque che il governo guidato da Mario Monti ha perso la maggioranza dell'Aula del Senato. Ha ottenuto infatti 127 sì, ben 35 voti sotto quota 162, cioè la metà più uno dei componenti dell'assemblea di Palazzo Madama. Intanto lo spread BTp/Bund è salito a 319 punti.

Maxiemendamento più leggero
Il maxiemendamento al decreto sviluppo che ha ottenuto la fiducia è stato alleggerito nelle ultime ore dal governo. Per quanto riguarda le infrastrutture, ad esempio, il credito di imposta per le opere in project financing si applicherà solo alle nuove opere e non a quelle già aggiudicate (resta a 500 milioni di euro la soglia per il bonus). Una norma contenuta nel maxiemendamento prevede poi la proroga di cinque anni, dal 2015 al 2020, delle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari. No alla vendita degli immobili delle casse dei professionisti.

Proroga di cinque anni sulle concessioni sulle spiagge
Tra i molti nodi del confronto che si è sviluppato nella giornata di ieri, la proroga di cinque anni delle concessioni balneari che, in linea con la direttiva Bolkestein, avrebbero dovuto andare a gara dal 2015. Un fronte, questo, su cui il Governo, contrario, è stato battuto in commissione. Sul punto, l'esecutivo ha poi deciso di non insistere: il maxiemendamento presentato conferma infatti la proroga di cinque anni delle concessioni balneari, fino al 31 dicembre 2020.

Il rischio della multa Ue
Superate, quindi, le parole del ministro dello Sviluppo Corrado Passera, che aveva segnalato «il rischio di non trovarsi in linea con le normative europee in termini di concessioni» delle spiagge, nel corso della discussione generale sul decreto. La mini proroga non sarà comunque senza conseguenze per le casse dell'Erario: secondo la relazione tecnica che accompagna il maxiemendamento la norma che fa slittare la scadenza delle concessioni al 2020 potrebbe causare una multa, da parte dell'Ue, fino a 652.800 euro al giorno. Il presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini (Pdl) ha spiegato che la Commissione non chiede che la norma venga tolta, mantenendo un parere di contrarietà semplice e non sulla base dell'articolo 81 della Costituzione perché la misura è «compatibile con la trattativa in corso» in sede Ue.

I Monti bond per Mps
Un'altra misura controversa sui Monti bond per Mps, anche questa stoppata in commissione Bilancio, non è stata reinserita dal Governo nella bozza del maxiemendamento, dove trova invece conferma l'esborso che le Fondazioni bancarie dovranno versare al ministero dell'Economia per la conversione delle azioni privilegiate in azioni ordinarie (16,7% del capitale post conversione) di Cassa depositi e prestiti e l'acquisto delle azioni rimanenti per arrivare ad una quota del 20 per cento del capitale, esborso che la relazione tecnica che accompagna l'emendamento (a firma Cinzia Bonfrisco, Pdl) stima pari a 790 milioni di euro. Il calcolo deriva dal fatto che l'emendamento stabilisce che per la conversione delle azioni le Fondazioni dovranno restituire il 50% degli extra dividendi corrisposti da Cdp alle Fondazioni che risulterebbero complessivamente pari a 480 milioni. «La differenza forfettariamente indicata dall'emendamento determinerebbe quindi in 240 milioni di euro l'importo che le fondazioni che intendono restare nel capitale di Cdp dovranno versare al ministero dell'Economia».

Gli immobili delle Casse
Novità sugli immobili delle Casse. In una prima fase nel maxiemendamento trovava posto la vendita a prezzi agevolati, alle persone in difficoltà, delle case possedute dagli enti previdenziali pubblici. Con modalità di cessione e di locazione tali «da consentire in presenza di necessari requisiti, riduzioni del prezzo di vendita finale e canone d'affitto sostenibili a favore delle famiglie, delle persone anziane e singole a basso reddito e con comprovata difficoltà finanziaria». La norma prevedeva inoltre che entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto legge il Mef, con proprio decreto, dettasse le disposizioni per la «ripresa del processo di alienazione diretta ai conduttori degli immobili a uso residenziale» degli enti privatizzati. Nel tardo pomeriggio il "colpo di scena": il presidente della commissione Bilancio del Senato Azzollini ha chiesto in Aula che saltasse questa norma del maxiemendamento, in quanto non ci sarebbe stata la copertura. Il presidente del Senato, Renato Schifani, e per il Governo il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, hanno accettato la richiesta.

Cosa è uscito dal maxiemendamento
Sono saltati fuori dal maxiemendamento, per problemi di copertura, anche l'estensione del credito di imposta alle infrastrutture già aggiudicate; le norme che ampliano l'ambito soggettivo di applicazione di alcune disposizioni sull'Iva, in particolare il rimborso accelerato; l'estensione delle agevolazioni allo sviluppo delle reti Ngn. Espunto anche un programma per il completamento del sistema digitale radiomobile e standard Tetra. Su quest'ultimo punto il sottosegretario Polillo ha assicurato che la questione sarà riproposta nel Ddl di Stabilità.

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