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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 17:36.

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Addio o arrivederci? La prospettiva di una definitiva uscita di scena di Mario Monti dispiace a molti all'estero. Tra questi, il Financial Times, che in un editoriale intitolato "Un liberale a Roma" auspica la discesa in campo del premier. L'Italia, scrive il quotidiano della City, "ci guadagnerebbe se Monti si presentasse alle elezioni".

La sua decisione di dimettersi ha agitato i mercati, ma "Monti ha fatto la scelta giusta", nota il Ft. Avrebbe potuto chiedere un formale voto di fiducia. L'editoriale sottolinea però che cercare un accordo con Silvio Berlusconi – con il quale, secondo il quotidiano, non bisogna fare compromessi - avrebbe solo aumentato l'incertezza politica.

Il ritorno della politica a Roma è accolto con favore dal Financial Times. "L'interludio tecnocratico era necessario per aiutare l'Italia a restaurare la propria credibilità. Tuttavia, solo un governo eletto avrà la legittimità per attuare le riforme di cui l'Italia ha bisogno".

Sfortunatamente, prosegue l'editoriale, l'offerta politica appare "inadeguata". Secondo il Ft c'è "spazio politico" per Monti, al quale gruppi centristi hanno chiesto di candidarsi come primo ministro. Pur comprendendo le esitazioni del professore e il suo timore di perdere il proprio ruolo al di sopra delle parti, il Ft lo spinge: "I suoi istinti liberali potrebbero essere un'impressionante alternativa al populismo di Berlusconi e un contrappeso all'incerto spirito riformista dei Democratici". Come minimo, "la sua presenza nella gara elettorale darebbe agli elettori una maggiore scelta e porterebbe la qualità di cui c'è bisogno nella politica italiana".

Il Financial Times ha quindi aperto stamattina il suo sito web con la notizia dei colloqui di Monti con i gruppi centristi che fanno pressione perché entri in corsa.

Sul primo ministro aumenta la pressione anche da parte dei mercati, degli altri leader europei e della Chiesa perché "resti in politica e salvaguardi le riforme", scrive il Ft. Riflettori puntati su Monti anche nella Lex Column del quotidiano britannico ("Italy – bunga-jumping") in cui si sostiene che Monti ha fatto più per l'eurozona che per il suo Paese, fermo a zero. A preoccupare la comunità internazionale è essenzialmente la capacità della politica italiana di portare avanti le riforme avviate dal governo tecnico.

Se la spinta riformatrice dell'Italia si esaurisse con le dimissioni di Monti, si tratterebbe di uno "sviluppo pericoloso" per l'Europa, ha affermato oggi il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle.

Westerwelle inoltre mette in guardia Berlusconi da una campagna elettorale antitedesca. Il governo tedesco - riporta oggi il Tagesspiegel – "non ha intenzione di mettere bocca nella competizione elettorale italiana", ha detto il ministro tedesco, ma una cosa non accetteremo neppure: che la Germania diventi l'oggetto di una campagna elettorale populista. Né la Germania, né l'Europa sono la causa dell'attuale situazione di difficoltà dell'Italia".

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