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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2012 alle ore 08:11.

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Xavier Rolet (Bloomberg)Xavier Rolet (Bloomberg)

LONDRA - «La Tobin tax la puoi fare in mille modi: l'esito potrà essere cattivo, molto cattivo o pessimo». Xavier Rolet ceo di London stock exchange Group nato dalla fusione fra il listino di Londra e Borsa Italiana non abbassa la guardia mentre assiste all'entrata in vigore nei Paesi europei del nuovo balzello sulle transazioni finanziarie. La sua opinione è secca: un provvedimento che brucerà posti di lavoro.

Non c'è un modello che la convince di più?
Per le imprese che hanno bisogno di raccogliere capitali è una misura assolutamente negativa. Detto questo la puoi fare in due modi: su pochi prodotti con un'aliquota alta o su una più vasta gamma di strumenti finanziari con una ritenuta minima. In Francia hanno cercato di limitare i danni per dare seguito alle promesse del presidente Hollande. Sul breve si è già visto un aumento del costo del danaro e ricadute sulla liquidità, ma i guai si valuteranno sul lungo periodo. In ogni caso ci sono meno conseguenze negative con una Tobin tax a bassa aliquota, ma spalmata ovunque. E' invece noto che tutti i Paesi decisi a introdurla hanno precisato che non sarà applicata al debito sovrano. Segno che i governi hanno ben capito il rischio che comporta.

I capitali potranno spostarsi e come sempre sarà Londra a goderne?
E' la storia degli ultimi trent'anni. Intendiamoci, capisco benissimo che sia una tassa popolare, capisco che i politici dicano che le responsabilità sono della finanza che ha fallito. Ma il prezzo, alla fine, non lo pagheranno le banche, ma i risparmiatori e le imprese. C'è una contraddizione nel sollecitare trasparenza e nel contemporaneo penalizzare le azioni quotate. Si otterrà l'opposto di quanto desiderato con capitali in fuga verso l'estero e spostamento sull'over the counter, meno tracciabile. Molti strumenti derivati se ne andranno da Francia, Spagna, Italia, magari alla volta della Germania che della tassa ha parlato per prima, ma ora indietreggia lasciandola ad altri. C'è un Paese vicino all'Italia - e non è la Germania - che il centro finanziario lo sta già perdendo.

Il riferimento è evidentemente alla Francia, ma anche il listino di Milano è ristretto e non si sviluppa...
A Borsa Italiana c'è preoccupazione per le ragioni che ho illustrato. Soprattutto perché tutto ciò avviene in un contesto di scarso credito da parte delle banche, un credito che non tornerà mai più ai livelli precedenti.

E quindi?
Per finanziare le Pmi è necessario fare ricorso al mercato e invece l'azionario è penalizzato con la tassa sulle transazioni e con enormi costi per il listing. L'accesso al mercato è la priorità assoluta se si vuole davvero promuovere la crescita.

E' di qualche giorno fa l'ok dell'Office of fair trading per l'acquisizione della clearing house Lch da parte di Lse. Quando immaginate di firmare il deal?
Dipende dall'approvazione di altre authority e regolatori europei. Credo nel primo trimestre dell'anno, fatto salva la chiusura delle residue trattative con Lch.

E questo perché la direttiva Emir vi costringe a raccogliere nuovo capitale per le clearing house...
Cassa di garanzia e compensazione non ha problemi, anzi. Per Lch si parla di 300-375 milioni di euro e potrebbe anche essere di più, da qui i cambi potenziali all'accordo. Abbiamo già accantonato gran parte della cifra necessaria.

E' il segnale che la fase consolidamento delle Borse è destinata a riprendere?
C'è stato un rallentamento, ma l'esigenza rimane e gli esempi non mancano. Non solo Lse Lch, ma anche Hong Kong con Lme.

Sembra però prevalere il modello light, che si regge su intese bilaterali come voi con Singapore...
Stiamo lanciando un esperimento nuovo che suscita molto interesse. Presto a Londra sarà possibile trattare titoli listed a Singapore e viceversa. Vuole dire che attraverso Lse sarà possibile trattare azioni di Singapore nel fuso orario della City, senza prospetti aggiuntivi, senza reporting o costi ulteriori. L'idea eccita molto imprese e operatori britannici: un solo listing apre due mercati e nuove opportunità.

Perché non lo fate anche con Borsa Italiana?
Stiamo parlando con le imprese italiane, vogliamo capire se c'è interesse. Prima di procedere intendo accertarmi che funzioni come auspicato. Sarà necessario l'ok di Consob e dell'authority di Singapore.

Alla fine del 2011 aveva immaginato un 2012 più roseo di quanto sia stato. Come vede il 2013?
E' vero. Ero stato eccessivamente ottimista, ma avevo detto che l'euro sarebbe sopravvissuto. Le considerazioni di allora valgono più che mai per il 2013. Il fiscal cliff negli Usa? Sarò ottimista ancora, ma francamente credo sia esagerato.

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