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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2012 alle ore 15:57.

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Il Cav., davanti alle telecamere di «Uno Mattina», lo ha canzonato tirando in ballo la storia del «rango inferiore». Massmediologi, spin doctor ed esperti di comunicazione lo considerano chi «un paradosso», chi un mezzo «autogol comunicativo», chi ancora l'ennesimo prodotto di «un linguaggio che resta poco emozionale».

Non c'è dubbio che il «Saliamo in politica» con il quale Mario Monti, attraverso Twitter, ha finalmente rotto gli indugi sul suo impegno nel dibattito politico italiano rappresenti il primo vero «caso» di quella che si preannuncia come una tra le più complesse campagne elettorali degli ultimi vent'anni. E così l'analisi degli addetti ai lavori potrà differire per alcune considerazioni di merito, ma concorda su un concetto: il Prof. stavolta propone una ricetta comunicativa assolutamente inedita. E, proprio per questo, si presenta come un «animale politico affascinante».

Il massmediologo
Direttore di Rai 4, studioso di Guy Debord e massmediologo di fama, Carlo Freccero si dice «molto interessato dalle mosse comunicative di Monti. Tutto ruota intorno al "Salgo in politica". Ma il Professore dovrebbe sapere che si tratta di un paradosso: nei prossimi due mesi dovrà infatti "scendere in comunicazione" per riuscire convincente». Tutto ciò, secondo Freccero, «significa lasciare la cattedra, perché la comunicazione è l'opposto della cattedra» e al tempo stesso «perdere del tutto quell'aura di sacralità che fino a qualche settimana fa mostrava. Non sarà facile: già proporre un'agenda significa presupporre un atto di fede da parte di chi dovrà seguirla. E questa non è una mossa comunicativa da politico». Da conoscitore di Marshall McLuhan, Freccero sa che «il mezzo è il messaggio e, anche in questo senso, trovo interessanti le mosse di Monti. Al contrario di Berlusconi, non ha parlato attraverso la televisione che è il mezzo quantitativo che parla a tutti e, quindi, raggiunge gli indecisi. S'è espresso attraverso Twitter che parla a una platea molto più circoscritta che, probabilmente, ha già deciso. Ha fatto un discorso selettivo».

Monti, Berlusconi e «I 2 Soliti Idioti»
L'analisi di Freccero si concentra proprio sulla contrapposizione del Prof. col Cav. «Berlusconi – spiega il direttore di Rai 4 – ha incarnato il potere che abbiamo visto nella commedia all'italiana, quasi una parodia di come il potere veniva tradizionalmente inteso: era l'animale politico che viveva di assoluta empatia con il suo elettorato. Lo si votava perché un po' ci si riconosceva in lui. Al contrario, Monti è il potere tradizionale, qualcosa di sacrale, distante, inarrivabile, come alcuni democristiani degli anni Settanta. La forza di Monti è stata ed è quella di essere arrivato dopo Berlusconi negando il berlusconismo». Ma come saranno percepiti i due contendenti da quest'Italia post politica? Freccero s'abbandona a una citazione cinematografica: «Nelle sale in questi giorni è campione d'incassi "I 2 Soliti Idioti", un film nel quale Monti e Berlusconi in un certo senso appaiono, interpretati rispettivamente da Teo Teocoli e Ruggero De Ceglie. Credo che in questa contrapposizione si possa leggere molto bene come le giovani generazioni, fatalmente lontane dalla politica, interpretino la vera contrapposizione tra Monti e Berlusconi».

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