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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 07:08.

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La Corte suprema indiana ha deciso oggi che il giudizio sui due marò italiani sia trasferito a un tribunale speciale che sarà costituito a New Delhi. Dopo aver precisato che il Kerala non aveva giurisdizione sul caso, la corte ha stabilito quindi la creazione di tale tribunale in collaborazione col governo centrale. L'avvocato Harish Salve, che guida il collegio di difesa dei due fucilieri di marina Latorre e Girone, ha dichiarato all'agenzia Ansa di essere «molto soddisfatto per la sentenza della Corte suprema». I giudici, ha aggiunto il legale, «hanno escluso il Kerala dal processo e ora la questione sarà esaminata a New Delhi».

L'incidente che ha coinvolto i due marò italiani «è avvenuto fuori dalle acque territoriali indiane». Lo ha stabilito la Corte suprema di New Delhi precisando però che i due militari «non godevano di immunità sovrana» nella loro funzione di sicurezza sulla petroliera Enrica Lexie, che avrebbe comportato automaticamente l'applicazione della giurisdizione italiana. La vicenda risale allo scorso 15 febbraio, quando i due fucilieri aprirono il fuoco contro un'imbarcazione che si stava avvicinando alla loro nave. Secondo l'accusa risale a quell'episodio l'uccisione di due pescatori indiani, una circostanza inizialmente respinta dal collegio di difesa dei marò, ma indirettamente avvalorata dall'indennizzo pagato dal governo italiano alle famiglie delle due vittime.

Salve ha infine reso noto che la corte emetterà un ordine di trasferimento dei due marò da Kochi alla capitale indiana. Una volta trasferiti a New Delhi in forza di un'ordinanza della Corte Suprema, i marò avranno libertà di movimento in tutto il Paese, ma dovranno presentarsi alla polizia indiana una volta a settimana. I due militari italiani, i cui passaporti saranno trasferiti da Kollam alla capitale indiana, risiederanno nel quartiere di Chanakyapuri, dove hanno sede l'ambasciata d'Italia e la residenza dell'ambasciatore. Secondo fonti legali, il loro trasferimento potrebbe avvenire nelle prossime 24 ore.

I due marò hanno appreso la notizia della sentenza mentre si trovavano al commissariato di polizia a Kochi per la firma quotidiana di presenza. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono poi tornati in hotel con due accompagnatori e alcuni bagagli. Sul posto è giunto in tarda mattinata il console generale di Mumbai, Giampaolo Cutillo, e un avvocato dello studio Titus, Abhixit Singh, per assistere la delegazione nelle procedure necessarie per eseguire l'ordine dei giudici.

Al suo arrivo, Cutillo si è limitato a rilasciare una stringata dichiarazione all'Ansa e a una tv locale che aspettava fuori: «Posso soltanto dire che la giurisdizione non è del Kerala». La stampa non è ammessa nell'hotel.
Anche se c'è cautela, emerge però una certa soddisfazione nella delegazione italiana. «Togliendo il caso dalla giurisdizione del Kerala, è stato rimosso un elemento di animosità e ora il giudizio può essere più sereno» ha confidato all'Ansa una fonte della delegazione, subito dopo aver appreso la notizia da New Delhi.

Il Governo italiano si è detto fiducioso che la magistratura e le istituzioni federali indiane opereranno nel pieno rispetto delle leggi internazionali che riconoscono l'esclusiva giurisdizione dello "Stato di Bandiera" sulle navi operanti in acque internazionali.

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