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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 12:59.
Il decreto va nella giusta direzione perchè rimette liquidità nel sistema e rende più trasparente il rapporto tra fornitori e amministrazioni. Lo ha detto il direttore centrale di Bankitalia, Daniele Franco, nel corso dell'audizione parlamentare sulla Relazione del Governo. L'impatto del provevdimento sull'economia è condizionato da tempi e modalità della sua attuazione. Potrebbe arrivare allo 0,5% del Pil nel 2014, ma Bankitalia non conferma stime precise: data l'eccezonalità del contesto economico e di sofferenza delle imprese, tuttavia, l'effetto positivo potrebbe essere maggiore che in condizioni normali. Bankitalia ha invece fornito una nuova stima sullo stock del debito:
«Il totale dei debiti commerciali vantati dalle imprese nei confronti delle mministrazioni pubbliche a fine 2011 sarebbe stato pari a circa 90 miliardi (5,8% del Pil». L'Istat stimava per il 2011 debiti pari a circa 67 miliardi di euro. Per Bankitalia oltre il 10% del totale di questi debiti della Pa è stato ceduto ad intermediari finanziari con clausola pro-soluto e pertanto è già incluso nel debito pubblico.
La stima, spiega Bankitalia, supera la valutazione preliminare diffusa con la relazione sull'anno 2011 che collocava l'ammontare totale dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche intorno al 5% del Pil. Tale revisione é dovuta a una metodologia di stima più affinata e all'aggiornamento delle fonti. Bankitalia ricorda inoltre che «nel nostro paese gli attuali sistemi contabili delle amministrazioni pubbliche non permettono una rilevazione sistematica ed esaustiva dei debiti commerciali» e che «queste stime possono fornire indicazioni di massima sulle dimensioni e la distribuzione» dei debiti.
Congintura debole, le stime potrebbero peggiorare
Riguardo all'impatto sui saldi, il decreto in arrivo avrà un effetto sull'indebitamento netto di 0,5 punti: «ed è importante che non si pregiudichi la chiusura della procedura per disavanzi eccessivi» ha affermato Daniele Franco sottoineando che il limite del 2,9% di deficit/Pil per il 2013, lascerà margini molto stretti data la debolezza della congiuntura economica. «Il quadro macroeconomico potrebbe risultare peggiore di quello previsto nella Relazione del Governo ove si riacutizzassero le tensioni sui mercati finanziari internazionali o se la ripresa dell'economia globale tardasse a manifestarsi» ha detto ancora Daniele Franco. Le stime di crescita 2013 «sono sostanzialmente in linea sia con quelle della Commissione Ue sia con quelle degli analisti privati censiti a marzo da Consesus economics. Quelle per il 2014 risultano invece piu' ottimistiche per oltre mezzo punto percentuale».
Contano i tempi e le modalità dei rimborsi futuri
«La riduzione dell'ammontare dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche potra' migliorare le condizioni finanziarie di molte imprese ed essere di stimolo alla
crescita dell'economia» ha detto Franco. Ma secondo il direttore centrale di Bankitalia conta soprattutto il rispetto della nuova direttiva Ue, recepita dall'Italia, sui pagamenti futuri della Pa alle imprese fornitrici. Rispettare i limiti di 30 o 60 giorni previsti, ha detto, crea un nuovo ambiente favorevole all'attività d'impresam più omogeneo sui territori e meno opaco. Il rispetto di quella direttiva, soprattutto, consentirebbe di fare chiarezza sul fatto che l'emersione di 2,5 punti di Pil con nuovo debito determinata dal decreto è una misura una tantum.
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