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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2013 alle ore 06:35.

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È poco noto che le riserve auree ufficiali italiane sono tra le più ingenti al mondo. La loro «valorizzazione», che nel seguito proponiamo con il programma «Bankoro», darebbe un utile contributo ad attenuare la crisi italiana smuovendo forse l'Eurozona da un torpore che potrebbe danneggiarla severamente con effetti imprevedibili sull'euro.
L'ampiezza della proposta (pubblicata per esteso sul sito del Sole 24 Ore) ci ha indotto a una suddivisione della stesura. La Parte I a opera di Alberto Quadrio Curzio e la Parte II di Fulvio Coltorti.
PARTE I
«Bankoro» e gli EuroUnionBond
Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio, con due articoli usciti sul Sole 24 Ore del 23 agosto del 2011 e del 2012, hanno proposto di usare le riserve auree ufficiali dei Paesi della Uem come capitale di un costituendo Fondo finanziario europeo per emettere EuroUnionBond.
La proposta non sembra prossima a una attuazione a causa del l'opposizione tedesca ma non per questo i due autori l'hanno abbandonata.


e Alberto Quadrio Curzio

Il programma Bankoro che viene presentato qui è un passo intermedio che rientra nelle competenze italiane. A tal fine bisogna partire dalla sistemazione delle partecipazioni private nel capitale di Bankit con una operazione che coinvolga le riserve auree detenute dalla Banca d'Italia. Il programma porterebbe a ricapitalizzare le banche italiane che sono "azioniste" di Bankit con effetti positivi su tutto il sistema bancario italiano e per l'erogazione di credito a vantaggio del sistema economico.
Le due proposte (EuroUnionBond e Bankoro) non sono incompatibili ed entrambe vedono la necessità di "mobilitare", senza venderle, le riserve auree ufficiali delle banche centrali della Uem e quindi della Banca d'Italia. La loro natura di "riserva di ultima istanza" non prescrive che vengano pietrificate specie in un momento in cui l'Italia (e la Uem) ha gravi problemi fiscali, finanziari, bancari e di crescita.
Non si tratterebbe per l'Italia del primo caso perchè dal giugno 1974 al luglio del 1978 il nostro Paese dette in garanzia 540 tonnellate di riserve auree per ottenere un prestito dalla Germania. Il programma Bankoro è molto meno impegnativo sia di quello del 1974 (quando la regia finanziaria dell'Italia fu di Guido Carli) sia di quanto hanno fatto Paesi della Ue che hanno venduto riserve ufficiali di oro.
Siamo infatti convinti che sia un errore non affrontare il problema con un aperto dibattito invece di far calare sullo stesso il silenzio o erigere barriere difensive non adeguatamente motivate.
La riserve auree
ufficiali europee
La questione di come si possa disporre delle riserve auree ufficiali delle banche centrali della Uem è giuridicamente molto complessa perché comporta analisi sulle normative nazionali, sugli Statuti della Bce e del Sebc, nonché sui Trattati europei. Con due pareri molto articolati del 14 e del 24 luglio 2009 la Bce ha dapprima bocciato e poi circoscritto la portata di un decreto che sottoponeva a tassazione la rivalutazione delle riserve auree. Non possiamo entrare qui in una questione così complessa, ma riteniamo che la stessa debba essere ripresa e approfondita in relazione alla proposta che facciamo. Si tratta cioè di valutare se la nostra proposta sia giuridicamente sostenibile o quali iniziative legislative possano essere prese per renderla tale.

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